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               Manuale 
                del musicista cristiano 
                di Alberto 
                Mungai 
              INDICE 
              Cap. 1: A che cosa 
                non serve questo manuale 
                Cap. 2: Cenni biblici sulla musica  
                Cap. 3: Varie posizioni e insegnamenti dottrinali 
                 
                Cap. 4: Scopi e caratteristiche della musica cristiana 
                 
                Cap. 5: Profilo del musicista e del cantante cristiano 
                 
                Cap. 6: Il compositore e l'inno cristiano  
                Cap. 7: Imparare a suonare uno strumento  
                Cap. 8: La musica nelle riunioni di culto  
                Cap. 9: La musica nell'evangelizzazione  
                Cap. 10: La musica e i bambini  
                Cap. 11: Quale musica ascoltare?  
                Conclusione 
                
                
               CAPITOLO 
                1: 
              A CHE COSA NON 
                SERVE QUESTO MANUALE 
               
               Prima di continuare, vorrei chiarire 
                al lettore a che cosa serve questo manuale, cominciando ad indicare, 
                secondo una metodologia molto efficace nell'insegnamento, a 
                che cosa NON serve. 
               
                Chi scrive non è un maestro 
                di musica; se volete imparare a leggere uno spartito e a solfeggiare, 
                avete bisogno non di queste righe, ma di un buon insegnante di 
                musica e di molto tempo e pazienza da dedicare alle lezioni e 
                allo studio del pentagramma. Per dirla con un mio caro fratello 
                in Cristo che invece la musica l'insegna davvero, sono uno "zigano", 
                di quelli che vanno ad orecchio, a sentimento. 
               
                Questo manuale è rivolto 
                a tre categorie di persone: 
               - a chi già suona 
                nella sua chiesa locale, perché possa vieppiù 
                migliorarsi in quest'arte; 
               - a chi vuole deporre il suo 
                talento vocale e musicale ai piedi di Dio, perché 
                Egli lo sfrutti per la Sua unica gloria; 
               - a chi si sta affacciando 
                a questo appassionante campo, e vuole cominciare a suonare 
                uno strumento musicale per il Signore. 
               
                Fino all'età di diciott'anni 
                (epoca della mia conversione) ho ascoltato, cantato e suonato 
                le canzoni di questo mondo. Negli ultimi ventiquattro (al 2002) 
                ho ascoltato, cantato, composto e suonato per il Signore. 
               
                In chiesa, nelle piazze, nei giardini 
                pubblici, con pochi amici o da solo, ho partecipato l'Evangelo 
                aiutandomi anche con il canto. 
               
                Chi mi conosce sa che io non considero 
                la musica uno dei fattori fondamentali dell'esperienza cristiana, 
                ma la subordino alla preghiera, alla lettura e meditazione della 
                Bibbia, ad una vita umile e santa in questo mondo. 
               Sono pertanto piuttosto contrariato 
                quando, involontariamente, si rischia di lusingare un po' 
                troppo chi ha un talento musicale, dimenticando il perfetto Donatore. 
               
                È per questo motivo che, 
                serenamente e modestamente, proverò a condividere con voi 
                le mie opinioni. Ne ho discusso un'infinità di volte, e 
                mi sono convinto dell'estrema elasticità del soggetto, 
                a seconda dei cosiddetti "punti di vista". 
               
                Quello che voglio sottoporvi è 
                un punto di vista basato sulle Scritture e dottrinalmente equilibrato. 
               
                Un'ultima cosa, sperando che la 
                successiva trattazione possa coinvolgervi ed esservi proficua: 
                non sottovalutiamo mai la portata del fenomeno musica. 
               I nostri bambini cantano le canzoni 
                che sentono alla televisione più che le lodi al Signore; 
                in certe aule della Scuola Domenicale talvolta i monitori sono 
                assolutamente impreparati ad ammonire i ragazzi sul velenosissimo 
                messaggio di alcuni gruppi rock, i cui dischi genitori ignari 
                e poco informati spesso regalano ai propri figli. C'è molta 
                e buona musica cristiana per tutti i gusti... non dimenticando 
                mai i nostri cari vecchi innari! 
               
                
               CAPITOLO 
                2: 
              CENNI BIBLICI 
                SULLA MUSICA 
               
                
               La musica precede la creazione dell'uomo, 
                e addirittura anche quella di Satana: "tamburi e flauti erano 
                al tuo servizio, preparati per il giorno che fosti creato" (Ez. 
                28:13). In cielo si suonava! 
               Non ci stupiamo di vedere quindi 
                all'opera il primo musicista, Jubal, fin dalla Genesi: egli fu 
                "il padre di tutti quelli che suonano la cetra ed il flauto" (Gen. 
                4:21). 
               Se la musica è una caratteristica 
                peculiare di ogni etnia (i canti folkloristici), quanto 
                più è patrimonio del popolo di Dio, attraverso i 
                secoli! Israele annoverava, fra gli altri, compositori di inni 
                e musicisti quali Davide, Asaf, eccetera. 
               
                
               COMPOSITORI, CANTANTI E... COMPLESSI 
               
                Mosè (Es. 
                15:1-21; Salmo 90) sapeva il fatto suo, ma sopra tutti 
                c'era Davide. Moltissimi Salmi portano il suo nome; inoltre, egli 
                era un musicista provetto (I Sam. 16:18), 
                inventore di strumenti musicali (Amos 6:5; 
                Nehemia 12:36): un vero innovatore, per i suoi tempi! 
               Salomone, suo figlio, fu autore 
                di mille e cinque inni (I Re 4:32) 
                e del celeberrimo Cantico dei Cantici. 
               I Figliuoli di Core, scampati alla 
                distruzione decretata da Dio sulle loro famiglie a causa della 
                ribellione del padre (Numeri 26:11), 
                firmano alcuni fra i Salmi più toccanti. Questo sembra 
                quasi un antico esempio di "complesso vocale e musicale". 
               
                Il terzo capitolo del libro di Habacuc 
                è un canto per strumenti a corda (Hab. 
                3:19). 
               Il Re Ezechia ci lascia la sua testimonianza 
                cantata nel libro del profeta Isaia (38:9,20). 
               
                Quanti episodi famosi della Bibbia 
                sono legati alla musica: 
               - le trombe suonate dai sacerdoti 
                dell'Eterno davanti a Gerico (Giosuè 
                6:8-20); 
               - le trombe suonate da Gedeone contro 
                Madian (Giudici 7:18-22); 
               - la vittoria di Giosafat contro 
                Ammon, Moab e Seir, per mezzo dei canti di lode (II 
                Cron. 20:21-22); 
               - infine, l'evento più atteso: 
                il ritorno di Gesù Cristo, che verrà con la tromba 
                di Dio (I Tess. 5:16). 
               
                
               L'INFLUENZA DELLA MUSICA 
               
                Non possiamo qui trattare degli 
                effetti emozionali della musica sugli individui; ma dobbiamo ricordare 
                alcuni episodi biblici famosi: 
               
                - Saul trovava sollievo nel suo 
                tormento spirituale quando Davide suonava l'arpa (I 
                Sam. 16:23); 
               - Eliseo profetizzò mentre 
                un arpista suonava per lui (II Re 3:15); 
                la gloria di Dio scese sul popolo riunito nel tempio, mentre i 
                Leviti cantori offrivano il servizio al Signore (II 
                Cron. 5:11-14). 
               
                Il bel canto e la bella musica sanno 
                toccare le corde del cuore. 
               
                
               I CANTORI SACRI 
               
                Nel popolo antico la musica e il 
                canto avevano una tale importanza che un gran numero di Leviti 
                (secondo I Cron. 23:5 erano quattromila) 
                svolgevano unicamente questa funzione. C'erano delle famiglie 
                che si tramandavano il talento musicale (I 
                Cron. 6:31-47). Il loro impegno musicale, particolarmente 
                incoraggiato dal Re Davide, li occupava notte e giorno (I 
                Cron. 9:33). Davide fu un vero e proprio "mecenate" della 
                musica (I Cron. 16:4-7, 41,42). Da 
                ricordare, la bellissima descrizione dell'imponente orchestra 
                che accompagnava il trasporto dell'arca a Gerusalemme (I 
                Cron. 15:16-29). 
               Suo figlio Salomone lo imitò: 
                usò del legno pregiato per far costruire gli strumenti 
                a corda dei cantori (II Cron. 9:11). 
                Non c'era mai una festa, o manifestazione di gioia, che fosse 
                priva di musica (II Cron. 29:27-30). 
                Da notare, al verso 30, che per la 
                prima volta si fa menzione di "innari", cioè del libro 
                dei canti di Davide ed Asaf sotto il regno di Ezechia. Giosia 
                celebrò la Pasqua con canti (II Cron. 
                35:15). Nel censimento di Esdra, si contarono 128 cantori 
                discendenti di Asaf (Esdra 2:41). 
                Durante l'epoca di Nehemia, i cantori erano stipendiati dal re 
                (Neh. 10:23), senza contare che, 
                essendo Leviti, ad essi spettava per legge la decima (Deut. 
                26:12; Nehemia 13:5). 
               
                
               GLI STRUMENTI PIÙ CITATI 
               
                "Ogni cosa che ha fiato lodi l'Eterno" 
                (Salmo 150:6). 
               Nella Bibbia sono citati strumenti 
                a fiato, a percussione, a corda: da ciò deduciamo che ogni 
                strumento musicale può essere usato per suonare alla gloria 
                di Dio. Facciamone un elenco: 
               
                - Strumenti a percussione: 
                timpano o tamburo (Salmo 150:4), 
                cembalo, tamburello con sonagli (Sal. 150:5) 
               
                - Strumenti a fiato: flauto 
                (Sal. 150:4), tromba (Sal. 
                140:3), corno (Sal. 98:6), 
                zampogna (Dan. 3:15) 
               
                - Strumenti a corda: cetra 
                (Sal. 150:3), saltero (Sal. 
                150:3), decacordo (Sal. 92:3), 
                lira (Dan. 3:15), arpa (I 
                Sam. 16:23) 
               
                Si parla perfino di strumenti musicali 
                "di Dio": tromba (Zac. 9:14) e arpa 
                (Ap. 15:2). Ah, se potessimo quaggiù 
                sulla terra suonare già quegli strumenti celestiali! 
               
                
               CAPITOLO 
                3: 
              VARIE POSIZIONI 
                E INSEGNAMENTI 
                DOTTRINALI CIRCA LA MUSICA 
               
                Lutero usò la musica popolare 
                per insegnare le verità bibliche alle masse stordite da 
                secoli di ignoranza scritturale. Anche Davide scrisse dei salmi 
                su arie conosciute (Sal. 22; 56; 60). 
               Oggigiorno, noi non possiamo condividere 
                questo mettere testi santi su melodie popolari (ciò è 
                anche vietato dalle leggi sui diritti d'autore), ma dobbiamo riconoscere 
                che ciò contribuì non poco al successo della Riforma 
                Protestante. 
               
                I fratelli Wesley furono strumenti 
                nelle mani di Dio per un grande risveglio in Inghilterra; per 
                mezzo dei loro canti risolsero il grave ostacolo dell'analfabetismo, 
                in quanto esponevano le dottrine principali nei loro inni. Chi 
                imparava l'inno, imparava altresì la dottrina! La melodia 
                musicale era così un ausilio per ricordare le parole; migliaia 
                di anime furono attratte a Cristo per questi semplici inni. 
               
                
               CANTARE, MA SENZA MUSICA? 
               
                Calvino era contrario alla musica 
                ed ai metodi di Lutero. 
               Osservando che nel Nuovo Testamento 
                non si fa mai cenno ad accompagnamento musicale nel canto, concluse 
                che si deve cantare a Dio senza strumenti. Questo significherebbe 
                però inaridire i talenti e privare il culto di un meraviglioso 
                dono. 
               
                Sarebbe fin troppo semplice rimarcare 
                che già la voce umana è un complesso strumento musicale 
                a fiato, con tanto di "corde" vocali e "cassa" toracica, e che 
                il battito ritmato delle mani e dei piedi è in definitiva 
                uno strumento a percussione. Gloria a Dio per i cori polifonici 
                o per gli "spirituals" senza accompagnamento strumentale. 
                Ma la domanda da farci è questa: Disapprova Dio l'uso 
                della musica strumentale nell'adorazione e nel canto? La risposta 
                deve essere naturalmente: NO! Se, come abbiamo visto, si 
                parla di strumenti di proprietà di Dio; se nell'eternità 
                suoneremo con tutti i redenti un'arpa fornitaci dal Signore (Ap. 
                15:2), perché Dio avrebbe dovuto apprezzare la musica di 
                Davide e i suoi salmi, disprezzando e rigettando la nostra? 
               
                Possiamo concludere che l'assenza 
                di accenni alla strumentazione musicale nelle epistole e negli 
                Atti sia puramente incidentale, e dovuta alla necessità 
                primaria di gettare innanzitutto le solide basi dottrinali della 
                fede. 
               
                
               SUONARE, MA SENZA TESTI? 
               
                Qualcun'altro la pensa in maniera 
                diametralmente opposta, e afferma che la musica da sola può 
                portare edificazione ed elevare l'anima a Dio. Senza dubbio, l'ascolto 
                di una bella melodia può portare rilassamento e un senso 
                di appagamento, ma in questo modo COME distinguere la musica cristiana 
                da quella mondana, scritta da musicisti spesso increduli? Se Davide 
                non avesse messo i testi ai suoi canti, oggi non avremmo il libro 
                dei Salmi! 
               
                In effetti, ciò che caratterizza 
                il canto cristiano è il TESTO, che esprime la gratitudine 
                e la lode a Dio. 
               
               Pertanto, non esiste una MUSICA 
                SACRA, ma un TESTO SACRO! 
               
                Diverso è il discorso quando 
                le melodie musicali sono esecuzioni orchestrali di cantici conosciuti. 
                L'ascoltatore associa alla melodia il ricordo del testo originario, 
                e tale associazione (cioè le parole che la musica ricorda 
                al credente) produce in lui la lode e la benedizione. 
               
                Perciò la musica diventa 
                "evangelica" solo quando ha le caratteristiche di cui parleremo 
                al prossimo capitolo. 
               
                
               CAPITOLO 
                4: 
              SCOPI E CARATTERISTICHE 
                DELLA MUSICA CRISTIANA 
               
                Per essere tale, la musica cristiana 
                deve rispondere a requisiti ben determinati. Per musica "cristiana" 
                intendiamo che il TESTO deve essere aderente alla Parola di 
                Dio; esplicito e non vago, sano dottrinalmente e non mascherato. 
               Esiste una distinzione logica fra 
                i cantici che cantiamo, anche se, nella realtà, essa spesso 
                è labile. Troveremo spunto nei Salmi per distinguere vari 
                tipi di inni e cantici. 
               
                
               IL CANTICO DI PREGHIERA 
               
                Abbiamo l'abitudine di cantare in 
                preghiera. Il coro esprime il desiderio dell'assemblea di vedere 
                manifestata l'opera di Dio e di glorificare Gesù. 
               Cantando, possiamo umiliarci e confessare 
                i nostri peccati, come Davide nel prezioso Salmo 
                51; possiamo adorare ed esaltare Dio (Sal. 
                118:28); possiamo supplicarLo (Sal. 
                119:28) e richiedere l'adempimento delle Sue promesse (Sal. 
                4:1). 
               
                
               IL CANTICO NARRATIVO 
               
                Il testo di questi inni racconta 
                la testimonianza del credente liberato da Dio (Sal. 
                40:1-3). Può esprimere la testimonianza personale 
                come quella collettiva (Sal. 44:8). 
                A volte è il racconto di fatti biblici (Sal. 
                114; Sal. 136) o l'espressione di dottrine basilari (l'inno 
                di I Tim. 3:16). 
               Tali cantici sono un patrimonio 
                inestimabile, in quanto le verità scritturali in esse contenute 
                hanno toccato e convinto molti cuori. 
               
                Rimandiamo al capitolo 8 per la 
                musica nelle riunioni di culto. 
               
                
               IL CANTICO EVANGELISTICO 
               
                "Venite e ascoltate... io vi racconterò 
                quel ch'Egli ha fatto per l'anima mia" (Sal. 
                66:6). 
               Alcuni inni contengono un invito 
                esplicito. Sono quelli più usati nei culti prettamente 
                evangelistici, che preparano la via alla predicazione o ne riassumono 
                i principali concetti, invitando al ravvedimento o a porre fede 
                in Dio per miracoli. Come abbiamo già detto, spesso questi 
                sono combinati con i canti narrativi, e a volte costituiscono 
                solo il culmine o il ritornello dell'inno. 
               
                Vedremo nel capitolo 9 l'importanza 
                della musica nell'evangelizzazione. 
               
                
               CAPITOLO 
                5: 
              PROFILO DEL 
                MUSICISTA E DEL CANTANTE CRISTIANO 
               
                Chi vuole efficacemente cantare 
                e suonare per il Signore deve tenere presente che si tratta di 
                un SERVIZIO SACRO. 
               Se era sacro quello dei cantori 
                del tempo di Davide, lo deve essere anche oggi. Pertanto BISOGNA: 
               
                - essere NATI DI NUOVO (Giov. 
                3:3-8). In molte chiese locali i musicisti sono figli di 
                credenti, ma non ancora figli di Dio. A volte questo è 
                dovuto alla mancanza di altri che possano suonare; ma il più 
                bravo musicista non può in nessun modo avere una caratteristica 
                peculiare dei redenti: la sensibilità alle cose di Dio. 
                Tu che non hai ancora fatto questa meravigliosa esperienza con 
                Gesù, accetta il Signore proprio ora e vedrai che salto 
                di qualità nel tuo modo di suonare! 
               Sei nato di nuovo? 
               
               - vivere UNA VITA SANTA E ATTIVA 
                NELLA PROPRIA COMUNITÀ E NEL MONDO. 
               Non si possono accettare compromessi 
                col peccato, ma ricercare la pienezza dello Spirito Santo. Non 
                si riduce tutto al culto, o addirittura ai soli canti, e poi si 
                torna a casa... Non la musica, ma Dio deve essere al primo posto. 
               Sei un membro attivo della tua 
                chiesa? 
              - usare il talento con UMILTÀ. 
                Diamo spazio agli emergenti e incoraggiamoli, anche se al principio 
                fanno qualche stecca; non sentiamoci tanto bravi da essere indispensabili. 
                Seguiamo le direttive dei responsabili della comunità; 
                impariamo a non mettere troppo in mostra le nostre capacità, 
                a scapito di chi non le ha. 
               Sei disposto ad essere umile? 
               
               - cercare di MIGLIORARE. Continua 
                a studiare; ama il tuo strumento, ed esso ti ricambierà 
                suonando bene. Non ti fermare a un livello di sufficienza: devi 
                suonare maestrevolmente a Dio. Impegnati come facevano i cantori 
                sacri. 
               Non aspettarti sovvenzioni dalla 
                tua chiesa, ma, generosamente, spendi i tuoi denari ed il tuo 
                tempo libero per migliorare la tua tecnica e la qualità 
                del tuo strumento musicale. Preparati anche insieme agli altri 
                musicisti della chiesa. 
               Vuoi migliorarti? 
              - essere DISCIPLINATI. Molti 
                si perdono per la incapacità di essere precisi. Ammesso 
                e non concesso che qualcuno posso far tardi alle riunioni di culto, 
                tu NON PUOI FARLO, perché senza di te non si può 
                iniziare a cantare. Sei al servizio dei tuoi fratelli, non dimenticarlo; 
                quindi, arriva qualche minuto prima, prepara il tuo strumento, 
                per fare ogni cosa senza fretta e per non condizionare negativamente 
                l'assemblea. I fratelli si aspettano molto da te, ti osservano. 
                Vestiti convenientemente, e sii onorato e felice della responsabilità 
                che Dio ti ha affidato. 
               Sei pronto a disciplinarti? 
               
                Forse tutti questi requisiti ti 
                porteranno a domandarti: "COME FARÒ?". È una buona 
                domanda, che mi sono posto anch'io! 
               Il Signore ti aiuterà, se 
                questa è la tua preghiera, ad avere le caratteristiche 
                necessarie per glorificarlo pienamente. 
              CAPITOLO 
                6: 
              IL COMPOSITORE 
                E L'INNO CRISTIANO 
               
                Un compositore è colui che 
                crea una nuova melodia e/o scrive dei testi. A volte, qualcuno 
                avrà eseguito nella tua chiesa un cantico da lui composto: 
                quello è un cantautore, cioè canta le melodie di 
                cui è autore. 
               
                Egli deve essere dottrinalmente 
                sano, perciò conoscitore della Parola di Dio. Trarrà 
                spunto dalle Scritture, dalle esperienze della vita (incontri, 
                testimonianze, prove), e dalla preghiera. 
               
                Un inno cristiano ha come fulcro 
                CRISTO GESÙ. Egli viene esaltato come Signore, Dottore, 
                Salvatore, Re e Maestro. Sebbene ci siano dei bellissimi inni 
                rivolti al Padre o allo Spirito Santo, è bene ricordare 
                le parole di Gesù: "Chi non onora il Figliuolo non onora 
                il Padre che l'ha mandato... Egli (lo Spirito Santo) mi glorificherà, 
                perché prenderà del Mio e ve l'annunzierà" 
                (Giov. 5:23; 16:14). 
               
                L'opera della Trinità è 
                particolarmente volta alla glorificazione della seconda Persona, 
                il Figlio, Colui che ha il Nome più eccelso dell'universo 
                (Filip. 2:10). Possiamo pertanto 
                stabilire un principio che ci aiuterà a discernere un VERO 
                INNO CRISTIANO. Diffidiamo delle imitazioni: che esperienza hanno 
                fatto gli autori di brani nei quali il nome di Dio non compare 
                affatto? Spesso questi pezzi non si distinguono affatto dalle 
                canzoni d'amore del mondo. 
               
                Se hai mai scritto qualche poesia 
                o qualche cantico, controlla se il centro di esso è il 
                Signore. 
               Con ciò non voglio assolutamente 
                limitare la creatività o l'inventiva del compositore: non 
                sono affatto d'accordo con chi, apprezzando la melodia ma non 
                il testo, si produce in "aggiustamenti dottrinali" che spesso 
                snaturano la metrica del brano, e che sono comunque quantomeno 
                una offesa all'autore. Credo che questa pratica sia una assoluta 
                mancanza di rispetto verso chi ha prodotto, al limite, qualche 
                cosa di imperfetto. Sarebbe più onesto rifiutarlo in blocco 
                e dire: "Non è biblico", piuttosto che esercitare censure. 
                La cosa migliore (non sempre è possibile) sarebbe quella 
                di rintracciare l'autore ed esprimergli le proprie perplessità: 
                se egli ha veramente uno spirito umile, accetterà una critica 
                costruttiva, e sarà lui stesso ad apportare al suo lavoro 
                le necessarie modifiche. 
               
                Pertanto un inno deve essere chiaro, 
                deve distinguersi, perché il nostro desiderio è 
                quello di parlare di Gesù: "poiché mi proposi di 
                non sapere altro... fuorché GESÙ CRISTO" (I 
                Cor. 2:2). Se Egli è il Signore della nostra vita, 
                il nostro canto sarà per Lui e Lui solamente. 
               
                Nel mondo della musica contemporanea, 
                e particolarmente in quello anglosassone e statunitense, alcuni 
                musicisti cristiani di successo lavorano per due case discografiche: 
                una "cristiana" e una mondana. 
               
                Partecipano alle riunioni di risveglio 
                e alle evangelizzazioni, ma anche ai concerti e ai festival della 
                musica leggera. Qualche tempo fa, una conosciuta cantante "cristiana" 
                è giunta in cima alle classifiche dei dischi più 
                venduti negli U.S.A., con una canzone che non ha niente a che 
                fare con l'Evangelo. Anzi, per chi come me ha avuto la disavventura 
                di vedere un "video" della canzone stessa, è decisamente 
                poco edificante. Tutto ciò mi rende perplesso, alla luce 
                delle parole di Gesù: "Nessuno può servire a due 
                padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, 
                o si atterrà all'uno e sprezzerà l'altro" (Matteo 
                6:24). Naturalmente, essi portano le loro brave motivazioni per 
                giustificarsi. Ma io non credo ai compromessi. Questo è 
                un servizio sacro. Se sei del Signore, canta al Signore, vivi 
                per Lui ed Egli ti benedirà. Se hai un grande talento, 
                non essere attirato da "Mammona", la ricchezza, la fama; pregiati 
                di essere uno strumento nelle mani di Dio: è una cosa straordinaria! 
               
                Torniamo alle caratteristiche dell'inno 
                cristiano. 
               Per cantico comunitario si intende 
                un inno orecchiabile, di non troppo difficile esecuzione e cantabile 
                dalla comunità riunita. 
               Non tutti i cantici sono di questo 
                tipo! Ci sono degli inni meravigliosi, ma che necessitano di una 
                corale esperta o di un virtuoso solista. 
               
                Spesso nei Salmi ricorre l'esortazione: 
                "Cantate all'Eterno un cantico NUOVO" (Sal. 
                96:1; 98:1). perché c'è bisogno di cantici 
                nuovi? 
               Senza dimenticare quelli vecchi, 
                alcuni dei quali sono talmente belli da non stancare mai, dobbiamo 
                ricercare sempre nuove espressioni di lode. Ricordi quel cantico 
                che hai imparato in un raduno? Forse ti rammenta una esperienza 
                particolare fatta col Signore, una benedizione o una risposta 
                divina. Ecco, le nuove espressioni di lode aiutano a fissare indelebilmente 
                momenti meravigliosi della nostra vita cristiana. Inoltre, ci 
                aiutano a non fossilizzarci. I nostri innari sono ricchi di brani, 
                ma se nessuno li avesse composti e poi insegnati, che cosa canteremmo? 
                Pertanto, le nuove composizioni sono segno della vitalità 
                del popolo di Dio nel tempo, e della varietà delle espressioni 
                di adorazione a Dio. 
               
                Un'ultimo accenno alla figura del 
                TRADUTTORE. 
               La stragrande maggioranza degli 
                inni che cantiamo dai nostri innari sono di provenienza estera. 
                Grazie a Dio per il lavoro paziente di raccolta e traduzione fatta 
                da fratelli di cui spesso non conosciamo il nome, ma che hanno 
                portato grande benedizione alla chiesa. 
               
                
               CAPITOLO 
                7: 
              IMPARARE A SUONARE 
                UNO STRUMENTO 
               
                Hai appena assistito all'esecuzione 
                di un musicista e stai pensando "Che bravo... Beato lui!". 
               
                Imparare a suonare in maniera discreta 
                è alla portata di tutti. Occorrono però delle premesse. 
                A meno che tu non sia giovanissimo, con molto tempo libero e la 
                possibilità di pagarti o farti pagare un maestro di musica 
                devi avere perlomeno due cose: ORECCHIO MUSICALE e RITMO. 
                E mi perdonino gli esperti per la semplicità dei termini 
                che sto usando! 
               
                L'orecchio è la capacità 
                di cantare o suonare una melodia, senza l'ausilio di uno spartito, 
                sull'identica tonalità di un altro esecutore. Se quando 
                qualcuno si mette a cantare una melodia riesci con successo ad 
                unirti a lui, questo è "orecchio". Ed è già 
                qualcosa! 
               Il ritmo è la capacità 
                di mantenere le stesse battute di una melodia alla giusta velocità. 
                Prova a battere le mani a tempo mentre ascolti una musica: se 
                riesci a farlo, vuol dire che hai "ritmo". 
               
                
               LA SCELTA DELLO STRUMENTO 
               
                Sia ben chiaro che la scelta dello 
                strumento spetta a te e a te soltanto, perché per poter 
                suonare tu dovrai, per così dire, "innamorarti" del tuo 
                strumento: perciò, ascolta tutti i consigli che vuoi, ma 
                assicurati di scegliere quello che realmente senti di poter suonare 
                e voler suonare. 
               Una volta scelto lo strumento... 
                dovrai acquistarlo! 
               Qui dipende dalle tue risorse; le 
                cose migliori sono quelle che costano di più, e nel campo 
                musicale questo è quanto mai vero. 
               Rivolgiti a negozi specializzati, 
                informati sulle marche migliori; fatti consigliare da amici musicisti. 
                Non acquistare strumenti di seconda mano, a meno che tu non abbia 
                assoluta garanzia dal precedente proprietario oppure non sia un 
                vero affare (cosa che solo un esperto può giudicare). 
               
                Vorrei far notare che gli strumenti 
                come la chitarra o la tastiera consentono anche di cantare e suonare 
                senza altri strumenti a sostegno, a differenza di quelli a fiato 
                e di quelli percussivi ritmici, come la batteria. Inoltre, i precedenti 
                consentono l'ACCORDO e cioè la possibilità di suonare 
                più note insieme in modo armonico. 
               Alcuni strumenti sono quasi privi 
                di manutenzione, come le moderne tastiere elettroniche; altri 
                invece, come gli strumenti a corda, necessitano non solo della 
                periodica sostituzione delle corde invecchiate, ma anche del controllo 
                dell'accordatura prima di ogni esecuzione. 
               La batteria attira molto i giovani, 
                ma, a meno che non sia di tipo elettroacustico, produce un rumore 
                spesso insopportabile per le orecchie meno entusiaste dei vicini 
                o dei tuoi familiari. Cerca quindi di avere un luogo adatto per 
                suonarla. 
               Se hai scelto uno strumento orchestrale, 
                trovati qualcuno che possa suonare insieme a te. In molte delle 
                nostre comunità c'è un gruppo musicale; ma se così 
                non fosse, non scoraggiarti! Il frutto delle tue fatiche ti darà 
                ancora più soddisfazione. 
               
                
               SI COMINCIA! 
               
                Ora che hai lo strumento... devi 
                suonarlo! 
               Necessariamente, qualcuno dovrà 
                insegnartene l'uso corretto; quanti chitarristi in erba si sono 
                arenati di fronte all'incomprensibilità di un manualetto 
                dal titolo: "Esperti in 24 ore"! 
               Assicurati di avere l'assistenza 
                di quel qualcuno, fino a quando non sarai in grado di proseguire 
                da solo nel tuo cammino musicale. 
               
                Se invece conosci già la 
                teoria musicale o sai già suonare qualche altro strumento, 
                mettiti tu a disposizione di coloro che vogliono imparare: sarà 
                per te una vera benedizione vedere suonare un giorno i tuoi "allievi"! 
               
                Ultima raccomandazione: non saltare 
                mai le riunioni di culto per provare. Trova il tempo per suonare 
                SENZA sottrarlo alle attività comunitarie: potresti fare 
                un naufragio spirituale. 
               
                
               CAPITOLO 
                8: 
              LA MUSICA NELLE 
                RIUNIONI DI CULTO 
               
                Nella riunione di culto c'è 
                solitamente un tempo dedicato al canto comunitario. Si cantano 
                inni adatti all'introduzione del culto, alla preghiera, alla testimonianza; 
                come già detto, saranno melodie orecchiabili, spesso con 
                un ritornello ridondante che rappresenta il centro del testo. 
               Spenderò quindi del tempo 
                per alcuni consigli rivolti a chi suona già in chiesa, 
                e a chi dirige il canto comunitario. 
               
                
               IL DIRETTORE DEL CANTO 
               
                Spesso è il pastore della 
                comunità locale, o una persona di sua fiducia. 
               Il compito in questione è 
                comunque assai più delicato di quanto, a prima vista, possa 
                sembrare. Chi dirige deve, allo stesso tempo: 
               
                a) saper cantare con voce chiara 
                e distinta; 
               b) dirigere a tempo, anche usando 
                la gestualità delle mani; 
               c) conoscere bene i cantici che 
                canta; 
               d) avere discernimento. 
               
                Quest'ultima caratteristica non 
                si riferisce a uno dei carismi dello Spirito Santo (I 
                Cor. 12), ma piuttosto alla Sua GUIDA. Colui che dirige 
                deve capire e seguire i dolci suggerimenti dello Spirito Santo, 
                nel tempo del canto e nei momenti che lo seguono e precedono. 
               
                Egli deve suggerire alla comunità 
                i cori da cantare, e vagliare le richieste dei credenti; un cantico 
                chiamato con saggezza può aprir la via dei cuori alla benedizione, 
                come uno chiesto con leggerezza può aver l'effetto contrario. 
                Ciò spiega perché lo stesso inno in alcune circostanze 
                è bellissimo, e in altre quasi stona. 
               Ci sono dei cantici molto lunghi 
                che, se chiamati durante il tempo riservato al racconto di testimonianze 
                cristiane, potrebbero addirittura affievolire lo spirito di lode! 
                Un suggerimento su questo: si possono far cantare una strofa e 
                il ritornello, prima di un'altra testimonianza, e così 
                via fino alla fine del cantico, che sarà pertanto intervallato 
                da tante testimonianze quante sono le strofe. 
               Il direttore del canto deve, quando 
                lo ritenga opportuno, introdurre e commentare appropriatamente 
                e succintamente l'inno che si sta per cantare, mentre i musicisti 
                si dispongono all'esecuzione e tutti hanno il tempo di trovare 
                la pagina giusta nell'innario. 
               Egli può far ripetere le 
                strofe o i cori, e sempre seguendo la guida del Signore, invitare 
                la comunità a cambiare posizione, alzandosi in piedi o 
                inginocchiandosi e cantare con atteggiamento di preghiera. 
               Qualcuno potrebbe obiettare che 
                tutte queste osservazioni sono superflue, che si vuole schematizzare 
                eccessivamente. La Parola di Dio dice: "Chi presiede lo faccia 
                con diligenza" (Rom. 12:8), e questa 
                capacità di presiedere, nel contesto, sembra proprio un 
                dono che viene dall'Alto: "Siccome abbiamo dei DONI differenti 
                secondo la grazia che ci è stata data..." (Rom. 
                12:6). 
               Non solo, ma oltre ad essere DILIGENTI 
                bisogna essere COMPETENTI: "Kenania, il capo dei Leviti, era preposto 
                al canto: dirigeva la musica, perché era COMPETENTE in 
                questo" (I Cron. 15:22). Insomma, 
                non era uno qualunque! 
               Pertanto, bisognerebbe avere queste 
                qualità per dirigere il canto: talento, diligenza e 
                competenza. 
               
               CHI SUONA IN CHIESA 
               
                Ho già parlato del profilo 
                del musicista cristiano (cap. 5). 
               Vorrei aggiungere che, nelle riunioni 
                di culto, c'è bisogno di una sensibilità particolare. 
                Non si può e non si deve suonare in modo meccanico e freddo, 
                ma con "maestria" (Sal. 33:3), e 
                questo include l'affiatamento spirituale di tutti i membri del 
                gruppo musicale. 
               Specialmente durante il tempo della 
                preghiera, può avvenire che qualcuno innalzi spontaneamente 
                un coro: bisogna essere in grado di catturare la tonalità 
                e cominciare a suonare la stessa melodia ad un volume sommesso. 
                Questa operazione richiede un certo orecchio musicale, in quanto 
                la tonalità usata dal credente potrebbe essere notevolmente 
                diversa dallo spartito; quindi, non commettere l'errore di volere 
                a tutti i costi cercare di trovare la nota giusta: i tuoi "tentativi" 
                avrebbero l'effetto di disturbare la preghiera. 
               Un altro atteggiamento sbagliato 
                e quello di chi "suonicchia" mentre il pastore sta parlando, o 
                durante le testimonianze: che ne diresti se mentre stai suonando 
                con impegno qualcuno si mettesse a chiacchierare col suo vicino? 
                I musicisti DEVONO essere partecipi ed attenti (come tutti) durante 
                l'intero svolgimento della riunione. Solo in questo modo si contribuisce 
                alla buona riuscita del culto. 
               "Facciasi ogni cosa per l'edificazione... 
                Dio non è un Dio di confusione, ma di pace...ogni cosa 
                sia fatta con decoro e con ordine". (I Cor. 
                14:26,33,40) 
               
                
               CAPITOLO 
                9: 
              LA MUSICA NELL'EVANGELIZZAZIONE 
               
                Scendiamo ora nel controverso campo 
                del supporto musicale all'evangelizzazione. Per evangelizzazione 
                si intende lo sforzo della Chiesa per annunciare Cristo e la Sua 
                salvezza a quanti non ne hanno ancora gustato la potenza liberatrice. 
               
                Dall'esame onesto del testo biblico, 
                appare che il canto può essere usato per diffondere la 
                Parola di Dio. Infatti, non soltanto cantiamo ALL'Eterno (Sal. 
                96:1, la lode e la preghiera), ma anche DELL'Eterno: "Cantate 
                la gloria del Suo Nome" (Sal. 66:2, 
                la testimonianza). 
               
                L'uomo redento dalla pietà 
                divina "va CANTANDO FRA LA GENTE e dice: Avevo peccato, pervertito 
                la giustizia e non sono stato punito come meritavo. Iddio ha riscattato 
                l'anima mia, onde non scendessi nella fossa, e la mia vita si 
                schiude alla luce!" (Giobbe 33:27,28). 
               
                Quindi, la predicazione delle 
                verità bibliche può essere fatta anche mediante 
                il canto, purché il supporto musicale sia sempre adatto 
                e mai prevaricante. 
               Sono contrario alle esibizioni musicali 
                fini a se stesse: le persone non credenti che ascoltino per la 
                prima volta della musica cristiana devono essere colpite dal messaggio 
                dell'Evangelo in essa contenuto. 
               Esse devono poter dire: "Che parole!" 
                e non solamente: "Ottimi musicisti, bravi!". 
               
                Grazie a Dio, molti cristiani possono 
                testimoniare di essere stati profondamente toccati dalle verità 
                espresse in un inno, ed avere proprio allora aperto il cuore alla 
                salvezza. 
               
                poiché l'Evangelo è 
                semplice ed alla portata di tutti, anche la musica evangelistica 
                dovrà essere tale, rifuggendo da ogni forma di vanità, 
                pur avvalendosi di tutte le agevolazioni che la tecnologia può 
                offrire (amplificazioni, ecc.). 
               Per VANITÀ intendo: seguire 
                le mode correnti del mondo, le sofisticatezze, gli effetti speciali 
                come le luci stroboscopiche, i volumi spaccatimpani, l'abbigliamento 
                eccentrico, i movimenti del corpo troppo accentuati, o esagerati 
                virtuosismi musicali. 
               In una parola, SOBRIETÀ o 
                equilibrio cristiano. Tutto il resto è pura vanità, 
                sovrastrutture che "nascondono la lampada sotto il moggio" (Matt. 
                5:15). 
               
                Un vero musicista cristiano desidera 
                onorare e glorificare Cristo Gesù, nei culti all'aperto, 
                sotto le tende evangelistiche e nella sua comunità. 
               Personalmente, sono contrario ai 
                concerti o raduni musicali fini a se stessi. Sono invece favorevole 
                all'esecuzione di inni cristiani inframmezzati da testimonianze 
                e riferimenti biblici, culminanti con un breve sermone e un eventuale 
                appello alla salvezza o alla consacrazione a Dio. 
               
                Ricordiamoci sempre: la musica 
                è un SUPPORTO. Si può fare a meno della musica, 
                ma non della predicazione dell'Evangelo nella sua interezza. 
                Non è quindi indispensabile il musicista, bensì 
                il predicatore del Vangelo. 
               
                Arrivo perciò alla logica 
                conclusione che se come MUSICISTA non ti senti anche PREDICATORE, 
                NON HAI IL DIRITTO di suonare e cantare nelle evangelizzazioni 
                pubbliche, perché come un predicatore, devi 
                sentire il peso per le anime perdute e il fuoco ardente dello 
                Spirito Santo che brucia nel tuo cuore. Non puoi e non devi essere 
                un altro "manipolatore". Esistono già troppe persone 
                che con mestiere sanno agire, mediante l'immagine, la parola e 
                la musica, sulle emozioni delle persone, conducendole a fare cose 
                che altrimenti non farebbero. Il vero evangelista parla non alle 
                emozioni, ma al cuore, perché il suo messaggio sgorga dal 
                cuore. 
               
                Quando si tengono evangelizzazioni 
                sotto le tende, la musica ha la sua importanza e quindi è 
                necessaria una preparazione ed una strumentazione adeguata. Non 
                dobbiamo correre il rischio di figuracce... o di non avere le 
                corde di riserva (se sei chitarrista e non ti è mai saltata 
                una corda, sappi che ti potrebbe capitare proprio mentre evangelizzi!). 
                Il musicista cristiano sarà quindi preparato, vestito dignitosamente 
                e degnamente attrezzato. 
               
                Il culto all'aperto, rispetto alla 
                tenda (che è un po' una chiesa con della tela al 
                posto dei muri), è un'immersione nel mondo. 
               Si rischia cioè l'imponderabile 
                reazione di quanti ci circondano e ascoltano, che può essere 
                anche di aperto rifiuto o scherno. Ma che gioia poter cantare 
                al Signore e del Signore sotto il Suo cielo! 
               Non ci scoraggiamo quindi se incontriamo 
                delle resistenze, ma rallegriamoci ricordando la promessa di Gesù: 
                "Chi adunque mi avrà riconosciuto davanti agli uomini, 
                anch'Io lo riconoscerò davanti agli angeli di Dio" (Luca 
                12:8). 
               
                Vorrei ancora suggerire un metodo 
                di evangelizzazione con la musica, che è poi il meno complicato: 
                andare in un parco, con una chitarra, a cantare dei cantici con 
                dei fratelli della comunità, per distribuire letteratura 
                cristiana e meditare un passo della Scrittura. A differenza del 
                culto all'aperto, non si va necessariamente per evangelizzare, 
                ma per edificarsi insieme e cementare i legami fraterni. A volte 
                sono i metodi semplici che danno i migliori risultati. L'uomo 
                è una creatura curiosa, e quando sente lodare Iddio reagisce 
                un po' come Mosè quando vide lo strano fenomeno del 
                pruno ardente che non si consumava: pensa "Ora voglio andar da 
                quella parte a vedere" (Esodo 3:3) 
                questa circostanza fuori dal comune: chi mai glorifica Iddio e 
                per giunta in un giardino pubblico? Ciò darà l'occasione 
                di testimoniare. 
               
                
               CAPITOLO 
                10: 
              LA MUSICA E 
                I BAMBINI 
               
                I bambini amano cantare; cantano 
                fin dalla più tenera età. 
               Credo che in questo mondo malato 
                il canto dei piccoli fanciulli sia una delle cose più pure 
                e piacevoli; quanto più quando queste melodie infantili 
                diventano delle lodi al Signore! 
               
                Ho fatto personalmente l'esperienza 
                di comporre e insegnare cantici per i bambini, non solo nella 
                tradizionale "Scuola Domenicale", ma anche a bambini di famiglie 
                non evangeliche e totalmente sprovvisti di insegnamenti biblici. 
                Ebbene, ho potuto scoprire tre cose: 
               
                - i bambini imparano con facilità, 
                Basta ripetere la melodia poche volte, ed ecco che sono già 
                in grado di ripeterla da soli. 
               
                - i bambini non si stancano... specialmente 
                quando cantano! 
               
                - i bambini capiscono la differenza 
                che c'è fra il cantare al Signore e cantare le sigle dei 
                cartoni animati. Essi sono in grado di percepire la benedizione 
                che la lode produce. Cantando, scoprono che Gesù è 
                un Amico reale. 
               
                Un giorno mio figlio (aveva cinque 
                anni) venne da me tutto emozionato e mi disse: - Sai babbo, stavo 
                cantando "Signore fammi un tempio santo", e mi sono sentito tanto 
                felice nel cuore. 
               
                Non dobbiamo assolutamente trascurare 
                l'importanza della musica nella formazione e nella crescita dei 
                nostri figli. Fin dal seno materno essi reagiscono alla musica; 
                alcuni studi hanno dimostrato che i neonati, le cui madri ascoltavano 
                musica classica, erano anche i più tranquilli. 
               
                La facilità di apprendimento 
                e la naturale adattabilità consentono ai bambini di imparare 
                a suonare e a cantare anche in maniera straordinaria. 
               Mozart a cinque anni teneva concerti; 
                ad appena sette anni si esibì davanti all'imperatrice d'Austria. 
                Chopin fece le prime pubblicazioni a sette anni, e un anno dopo 
                fece un concerto pubblico. Handel, autore del "Messia" che si 
                conclude con il celeberrimo "Alleluia", a dieci anni aveva cominciato 
                a comporre. 
               
                Sarebbe molto bello se ogni coppia 
                di genitori potesse mandare i propri figli a scuola di musica 
                per imparare uno strumento fin da piccoli: purtroppo, non sempre 
                questo è possibile. È però possibile costruire 
                una buona cultura musicale, non facendo ascoltare ai nostri figli 
                solo le canzonette della TV o peggio ancora i video-clip che dilagano 
                su tutte le reti. 
               
                Una cosa possiamo farla tutti: insegnare 
                ai bambini i cantici dei nostri innari. Come? È facile: 
                basta cantarli mentre si guida l'automobile o mentre si lavano 
                i piatti, e i nostri figli si metteranno a cantare con noi spontaneamente. 
                Diamo loro un buon esempio cristiano anche nella musica e nel 
                canto. 
               
                
               CAPITOLO 
                11: 
              QUALE MUSICA 
                ASCOLTARE? 
               
               perché mai un cristiano, rigenerato 
                per l'opera dello Spirito Santo, dovrebbe ascoltare o produrre 
                musica che non ha come scopo primario la lode a Gesù? 
               La risposta è semplice: non 
                c'è ALCUN MOTIVO VALIDO per farlo. 
               Per "valido", intendo che produca 
                un beneficio spirituale. Dobbiamo qui ricordare l'affermazione 
                che l'Apostolo Paolo, per lo Spirito Santo, rivolse ai Corinzi, 
                e che è attualissima ancora ai nostri giorni: "Ogni cosa 
                m'è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa 
                m'è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa 
                alcuna... non ogni cosa edifica" (I Cor. 
                6:12; 10:23). 
               
                Se prima di fare qualcosa ci domandassimo: 
                "Che utilità c'è?" piuttosto del classico e pericoloso 
                "Che male c'è?", probabilmente la nostra vita cristiana 
                guadagnerebbe infinitamente in qualità e valore. 
               
                Quante preziose benedizioni ho ricevuto 
                guidando la mia automobile e cantando le lodi al Signore! Infatti 
                posseggo un'autoradio a cassette che mi consente di ascoltare 
                musica cristiana di mio gusto sia in lingua italiana che inglese 
                (della quale sono discretamente familiare). 
               
                Giovane che stai leggendo queste 
                righe, se sei veramente un credente devi rinunciare a te stesso 
                e anche alla musica che glorifica l'uomo. Non rimarrai vuoto, 
                non dirai "e adesso, che musica ascolterò?". 
               
                Sostituisci il VECCHIO con il 
                NUOVO! 
               Sarebbe facile e superficiale dirti: 
                "Non ascoltare la musica rock perché è peccaminosa!". 
                Sostituiscila con musica cristiana, veramente tale e con dei testi 
                che lodano Dio. 
               
                Una realtà che spesso sfugge 
                agli anziani e purtroppo anche ai responsabili di comunità 
                (chiedo scusa per l'ardire di queste frasi) è la radicale 
                mutazione del gusto popolare in fatto di musica, avvenuta negli 
                ultimi trenta-quarant'anni. Non si tiene conto dello sviluppo 
                tecnologico come dello sviluppo musicale; alcune "novità" 
                tecnologiche, come il computer, sono state accettate anche dalle 
                persone più resistenti alle innovazioni, mentre le "novità" 
                musicali vengono viste ancora di mal'occhio. È vero che 
                non tutte le innovazioni sono buone, ma non sono neppure 
                tutte cattive. Chi ha una certa età tende a considerare 
                la musica moderna solo rumore e confusione, non considerando che 
                ci sono ancora nei nostri innari delle marcette di sapore militare 
                che sono state coniate nei primi decenni del secolo, secondo il 
                "gusto" musicale dell'epoca... e con questo, respingendo nuovamente 
                la tendenza a seguire le mode del momento, affermo che siamo tutti, 
                volenti o nolenti, un po' influenzati da quella che 
                è la musica degli anni e della società in cui viviamo. 
               
                Spero di star esponendo dei principi 
                poggiati sulle Scritture: ciò che sto scrivendo, se il 
                Signore non torna prima, vorrei rileggerlo fra trent'anni... e 
                trovare delle affermazioni ancora valide! 
               
                Mai come nel campo della musica 
                vengono disattesi i seguenti comandamenti: "Padri, non provocate 
                ad ira i vostri figliuoli... Voi, più giovani, siate soggetti 
                agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso 
                gli altri, perché Dio resiste ai superbi e dà grazia 
                agli umili" (Ef. 6:4; I Pie. 5:5). 
                RISPETTIAMOCI! 
               Il gusto musicale è come 
                il gusto nel vestire, o il palato. So che molti considerano una 
                leccornia le lumache: a me invece fanno un po’ senso. Io rispetto, 
                anche se non capisco, la loro opinione. 
               
                Giovane che ascolti la corale polifonica 
                e che ami il ritmo della batteria, considera il testo dell'inno 
                che stai ascoltando, sforzati di comprendere l'anziano e loda 
                il Signore. E tu che sei avanti negli anni e nell'esperienza, 
                se ti trovi ad ascoltare un giovane un po’ svociato che strimpella 
                la sua chitarra, guarda alle parole sincere che esprime per lodare 
                Iddio, e unisciti a lui con gioia. 
               
                Potrei adesso disquisire per ore 
                intorno al rock satanico: ci sono, anche nelle nostre chiese, 
                nastri e studi sull'argomento. Io voglio semplicemente dire: liberati 
                dalle cose vecchie. Ho spezzato e gettato nella spazzatura 
                dischi di gruppi immorali e blasfemi che ascoltavo prima della 
                mia conversione. Se non fai così e continui ad ascoltarli, 
                potresti essere nuovamente coinvolto dal loro messaggio e dal 
                loro pessimo stile di vita. 
               
                Non dire: "Tanto io l'inglese 
                non lo capisco, quindi non ho problemi ad ascoltare": a parte 
                il discorso dei messaggi subliminali (quelli registrati al rovescio 
                e mischiati nella musica, che spesso contengono bestemmie al Signore 
                e lodi all'avversario), saresti paragonabile ad un irresponsabile 
                che mangia una minestra saporita ma piena di veleno, o come chi 
                prende la medicina sbagliata solo perché gli piace il colore 
                della pillola! Gesù vuol rinnovare la tua mente (Rom. 
                12:2). 
               
                Sbarazzati delle cose vecchie: 
                Dio ha per te qualcosa di migliore. 
               
                
               CONCLUSIONE 
               
                Con quale facilità permettiamo 
                al mondo di entrare in casa nostra, nella nostra vita e di conseguenza 
                nella nostra chiesa. 
               
                Gesù ha parlato di una Chiesa 
                nel mondo, non di un mondo nella Sua Chiesa. Se è vero 
                e inevitabile che qualche zizzania cresca nel campo di Dio, possiamo 
                però chiedere al Signore di non esserne noi dei seminatori! 
               
                La musica mondana è zizzania: 
                simile al grano, produce però tanta amarezza. Onoriamo 
                Dio sopra ogni cosa, e che Egli ci dia sapienza! 
               
                Se hai un talento musicale, non 
                nasconderlo nel fazzoletto, ma usalo nella tua comunità. 
                E poi un giorno ci troveremo tutti a cantare e suonare insieme 
                agli angeli del cielo, per festeggiare il nostro divino Signore 
                e Salvatore Cristo Gesù. 
               
                A Lui solo vada il nostro canto 
                e la nostra lode! 
               
                
               
                "E la voce che udii era come 
                  il suono prodotto da arpisti 
                   che suonano le 
                  loro arpe 
                  e cantavano un 
                  cantico nuovo davanti al trono" 
                  (Apoc. 14:2,3) 
               
               
                
                 
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