Manuale
del musicista cristiano
di Alberto
Mungai
INDICE
Cap. 1: A che cosa
non serve questo manuale
Cap. 2: Cenni biblici sulla musica
Cap. 3: Varie posizioni e insegnamenti dottrinali
Cap. 4: Scopi e caratteristiche della musica cristiana
Cap. 5: Profilo del musicista e del cantante cristiano
Cap. 6: Il compositore e l'inno cristiano
Cap. 7: Imparare a suonare uno strumento
Cap. 8: La musica nelle riunioni di culto
Cap. 9: La musica nell'evangelizzazione
Cap. 10: La musica e i bambini
Cap. 11: Quale musica ascoltare?
Conclusione
CAPITOLO
1:
A CHE COSA NON
SERVE QUESTO MANUALE
Prima di continuare, vorrei chiarire
al lettore a che cosa serve questo manuale, cominciando ad indicare,
secondo una metodologia molto efficace nell'insegnamento, a
che cosa NON serve.
Chi scrive non è un maestro
di musica; se volete imparare a leggere uno spartito e a solfeggiare,
avete bisogno non di queste righe, ma di un buon insegnante di
musica e di molto tempo e pazienza da dedicare alle lezioni e
allo studio del pentagramma. Per dirla con un mio caro fratello
in Cristo che invece la musica l'insegna davvero, sono uno "zigano",
di quelli che vanno ad orecchio, a sentimento.
Questo manuale è rivolto
a tre categorie di persone:
- a chi già suona
nella sua chiesa locale, perché possa vieppiù
migliorarsi in quest'arte;
- a chi vuole deporre il suo
talento vocale e musicale ai piedi di Dio, perché
Egli lo sfrutti per la Sua unica gloria;
- a chi si sta affacciando
a questo appassionante campo, e vuole cominciare a suonare
uno strumento musicale per il Signore.
Fino all'età di diciott'anni
(epoca della mia conversione) ho ascoltato, cantato e suonato
le canzoni di questo mondo. Negli ultimi ventiquattro (al 2002)
ho ascoltato, cantato, composto e suonato per il Signore.
In chiesa, nelle piazze, nei giardini
pubblici, con pochi amici o da solo, ho partecipato l'Evangelo
aiutandomi anche con il canto.
Chi mi conosce sa che io non considero
la musica uno dei fattori fondamentali dell'esperienza cristiana,
ma la subordino alla preghiera, alla lettura e meditazione della
Bibbia, ad una vita umile e santa in questo mondo.
Sono pertanto piuttosto contrariato
quando, involontariamente, si rischia di lusingare un po'
troppo chi ha un talento musicale, dimenticando il perfetto Donatore.
È per questo motivo che,
serenamente e modestamente, proverò a condividere con voi
le mie opinioni. Ne ho discusso un'infinità di volte, e
mi sono convinto dell'estrema elasticità del soggetto,
a seconda dei cosiddetti "punti di vista".
Quello che voglio sottoporvi è
un punto di vista basato sulle Scritture e dottrinalmente equilibrato.
Un'ultima cosa, sperando che la
successiva trattazione possa coinvolgervi ed esservi proficua:
non sottovalutiamo mai la portata del fenomeno musica.
I nostri bambini cantano le canzoni
che sentono alla televisione più che le lodi al Signore;
in certe aule della Scuola Domenicale talvolta i monitori sono
assolutamente impreparati ad ammonire i ragazzi sul velenosissimo
messaggio di alcuni gruppi rock, i cui dischi genitori ignari
e poco informati spesso regalano ai propri figli. C'è molta
e buona musica cristiana per tutti i gusti... non dimenticando
mai i nostri cari vecchi innari!
CAPITOLO
2:
CENNI BIBLICI
SULLA MUSICA
La musica precede la creazione dell'uomo,
e addirittura anche quella di Satana: "tamburi e flauti erano
al tuo servizio, preparati per il giorno che fosti creato" (Ez.
28:13). In cielo si suonava!
Non ci stupiamo di vedere quindi
all'opera il primo musicista, Jubal, fin dalla Genesi: egli fu
"il padre di tutti quelli che suonano la cetra ed il flauto" (Gen.
4:21).
Se la musica è una caratteristica
peculiare di ogni etnia (i canti folkloristici), quanto
più è patrimonio del popolo di Dio, attraverso i
secoli! Israele annoverava, fra gli altri, compositori di inni
e musicisti quali Davide, Asaf, eccetera.
COMPOSITORI, CANTANTI E... COMPLESSI
Mosè (Es.
15:1-21; Salmo 90) sapeva il fatto suo, ma sopra tutti
c'era Davide. Moltissimi Salmi portano il suo nome; inoltre, egli
era un musicista provetto (I Sam. 16:18),
inventore di strumenti musicali (Amos 6:5;
Nehemia 12:36): un vero innovatore, per i suoi tempi!
Salomone, suo figlio, fu autore
di mille e cinque inni (I Re 4:32)
e del celeberrimo Cantico dei Cantici.
I Figliuoli di Core, scampati alla
distruzione decretata da Dio sulle loro famiglie a causa della
ribellione del padre (Numeri 26:11),
firmano alcuni fra i Salmi più toccanti. Questo sembra
quasi un antico esempio di "complesso vocale e musicale".
Il terzo capitolo del libro di Habacuc
è un canto per strumenti a corda (Hab.
3:19).
Il Re Ezechia ci lascia la sua testimonianza
cantata nel libro del profeta Isaia (38:9,20).
Quanti episodi famosi della Bibbia
sono legati alla musica:
- le trombe suonate dai sacerdoti
dell'Eterno davanti a Gerico (Giosuè
6:8-20);
- le trombe suonate da Gedeone contro
Madian (Giudici 7:18-22);
- la vittoria di Giosafat contro
Ammon, Moab e Seir, per mezzo dei canti di lode (II
Cron. 20:21-22);
- infine, l'evento più atteso:
il ritorno di Gesù Cristo, che verrà con la tromba
di Dio (I Tess. 5:16).
L'INFLUENZA DELLA MUSICA
Non possiamo qui trattare degli
effetti emozionali della musica sugli individui; ma dobbiamo ricordare
alcuni episodi biblici famosi:
- Saul trovava sollievo nel suo
tormento spirituale quando Davide suonava l'arpa (I
Sam. 16:23);
- Eliseo profetizzò mentre
un arpista suonava per lui (II Re 3:15);
la gloria di Dio scese sul popolo riunito nel tempio, mentre i
Leviti cantori offrivano il servizio al Signore (II
Cron. 5:11-14).
Il bel canto e la bella musica sanno
toccare le corde del cuore.
I CANTORI SACRI
Nel popolo antico la musica e il
canto avevano una tale importanza che un gran numero di Leviti
(secondo I Cron. 23:5 erano quattromila)
svolgevano unicamente questa funzione. C'erano delle famiglie
che si tramandavano il talento musicale (I
Cron. 6:31-47). Il loro impegno musicale, particolarmente
incoraggiato dal Re Davide, li occupava notte e giorno (I
Cron. 9:33). Davide fu un vero e proprio "mecenate" della
musica (I Cron. 16:4-7, 41,42). Da
ricordare, la bellissima descrizione dell'imponente orchestra
che accompagnava il trasporto dell'arca a Gerusalemme (I
Cron. 15:16-29).
Suo figlio Salomone lo imitò:
usò del legno pregiato per far costruire gli strumenti
a corda dei cantori (II Cron. 9:11).
Non c'era mai una festa, o manifestazione di gioia, che fosse
priva di musica (II Cron. 29:27-30).
Da notare, al verso 30, che per la
prima volta si fa menzione di "innari", cioè del libro
dei canti di Davide ed Asaf sotto il regno di Ezechia. Giosia
celebrò la Pasqua con canti (II Cron.
35:15). Nel censimento di Esdra, si contarono 128 cantori
discendenti di Asaf (Esdra 2:41).
Durante l'epoca di Nehemia, i cantori erano stipendiati dal re
(Neh. 10:23), senza contare che,
essendo Leviti, ad essi spettava per legge la decima (Deut.
26:12; Nehemia 13:5).
GLI STRUMENTI PIÙ CITATI
"Ogni cosa che ha fiato lodi l'Eterno"
(Salmo 150:6).
Nella Bibbia sono citati strumenti
a fiato, a percussione, a corda: da ciò deduciamo che ogni
strumento musicale può essere usato per suonare alla gloria
di Dio. Facciamone un elenco:
- Strumenti a percussione:
timpano o tamburo (Salmo 150:4),
cembalo, tamburello con sonagli (Sal. 150:5)
- Strumenti a fiato: flauto
(Sal. 150:4), tromba (Sal.
140:3), corno (Sal. 98:6),
zampogna (Dan. 3:15)
- Strumenti a corda: cetra
(Sal. 150:3), saltero (Sal.
150:3), decacordo (Sal. 92:3),
lira (Dan. 3:15), arpa (I
Sam. 16:23)
Si parla perfino di strumenti musicali
"di Dio": tromba (Zac. 9:14) e arpa
(Ap. 15:2). Ah, se potessimo quaggiù
sulla terra suonare già quegli strumenti celestiali!
CAPITOLO
3:
VARIE POSIZIONI
E INSEGNAMENTI
DOTTRINALI CIRCA LA MUSICA
Lutero usò la musica popolare
per insegnare le verità bibliche alle masse stordite da
secoli di ignoranza scritturale. Anche Davide scrisse dei salmi
su arie conosciute (Sal. 22; 56; 60).
Oggigiorno, noi non possiamo condividere
questo mettere testi santi su melodie popolari (ciò è
anche vietato dalle leggi sui diritti d'autore), ma dobbiamo riconoscere
che ciò contribuì non poco al successo della Riforma
Protestante.
I fratelli Wesley furono strumenti
nelle mani di Dio per un grande risveglio in Inghilterra; per
mezzo dei loro canti risolsero il grave ostacolo dell'analfabetismo,
in quanto esponevano le dottrine principali nei loro inni. Chi
imparava l'inno, imparava altresì la dottrina! La melodia
musicale era così un ausilio per ricordare le parole; migliaia
di anime furono attratte a Cristo per questi semplici inni.
CANTARE, MA SENZA MUSICA?
Calvino era contrario alla musica
ed ai metodi di Lutero.
Osservando che nel Nuovo Testamento
non si fa mai cenno ad accompagnamento musicale nel canto, concluse
che si deve cantare a Dio senza strumenti. Questo significherebbe
però inaridire i talenti e privare il culto di un meraviglioso
dono.
Sarebbe fin troppo semplice rimarcare
che già la voce umana è un complesso strumento musicale
a fiato, con tanto di "corde" vocali e "cassa" toracica, e che
il battito ritmato delle mani e dei piedi è in definitiva
uno strumento a percussione. Gloria a Dio per i cori polifonici
o per gli "spirituals" senza accompagnamento strumentale.
Ma la domanda da farci è questa: Disapprova Dio l'uso
della musica strumentale nell'adorazione e nel canto? La risposta
deve essere naturalmente: NO! Se, come abbiamo visto, si
parla di strumenti di proprietà di Dio; se nell'eternità
suoneremo con tutti i redenti un'arpa fornitaci dal Signore (Ap.
15:2), perché Dio avrebbe dovuto apprezzare la musica di
Davide e i suoi salmi, disprezzando e rigettando la nostra?
Possiamo concludere che l'assenza
di accenni alla strumentazione musicale nelle epistole e negli
Atti sia puramente incidentale, e dovuta alla necessità
primaria di gettare innanzitutto le solide basi dottrinali della
fede.
SUONARE, MA SENZA TESTI?
Qualcun'altro la pensa in maniera
diametralmente opposta, e afferma che la musica da sola può
portare edificazione ed elevare l'anima a Dio. Senza dubbio, l'ascolto
di una bella melodia può portare rilassamento e un senso
di appagamento, ma in questo modo COME distinguere la musica cristiana
da quella mondana, scritta da musicisti spesso increduli? Se Davide
non avesse messo i testi ai suoi canti, oggi non avremmo il libro
dei Salmi!
In effetti, ciò che caratterizza
il canto cristiano è il TESTO, che esprime la gratitudine
e la lode a Dio.
Pertanto, non esiste una MUSICA
SACRA, ma un TESTO SACRO!
Diverso è il discorso quando
le melodie musicali sono esecuzioni orchestrali di cantici conosciuti.
L'ascoltatore associa alla melodia il ricordo del testo originario,
e tale associazione (cioè le parole che la musica ricorda
al credente) produce in lui la lode e la benedizione.
Perciò la musica diventa
"evangelica" solo quando ha le caratteristiche di cui parleremo
al prossimo capitolo.
CAPITOLO
4:
SCOPI E CARATTERISTICHE
DELLA MUSICA CRISTIANA
Per essere tale, la musica cristiana
deve rispondere a requisiti ben determinati. Per musica "cristiana"
intendiamo che il TESTO deve essere aderente alla Parola di
Dio; esplicito e non vago, sano dottrinalmente e non mascherato.
Esiste una distinzione logica fra
i cantici che cantiamo, anche se, nella realtà, essa spesso
è labile. Troveremo spunto nei Salmi per distinguere vari
tipi di inni e cantici.
IL CANTICO DI PREGHIERA
Abbiamo l'abitudine di cantare in
preghiera. Il coro esprime il desiderio dell'assemblea di vedere
manifestata l'opera di Dio e di glorificare Gesù.
Cantando, possiamo umiliarci e confessare
i nostri peccati, come Davide nel prezioso Salmo
51; possiamo adorare ed esaltare Dio (Sal.
118:28); possiamo supplicarLo (Sal.
119:28) e richiedere l'adempimento delle Sue promesse (Sal.
4:1).
IL CANTICO NARRATIVO
Il testo di questi inni racconta
la testimonianza del credente liberato da Dio (Sal.
40:1-3). Può esprimere la testimonianza personale
come quella collettiva (Sal. 44:8).
A volte è il racconto di fatti biblici (Sal.
114; Sal. 136) o l'espressione di dottrine basilari (l'inno
di I Tim. 3:16).
Tali cantici sono un patrimonio
inestimabile, in quanto le verità scritturali in esse contenute
hanno toccato e convinto molti cuori.
Rimandiamo al capitolo 8 per la
musica nelle riunioni di culto.
IL CANTICO EVANGELISTICO
"Venite e ascoltate... io vi racconterò
quel ch'Egli ha fatto per l'anima mia" (Sal.
66:6).
Alcuni inni contengono un invito
esplicito. Sono quelli più usati nei culti prettamente
evangelistici, che preparano la via alla predicazione o ne riassumono
i principali concetti, invitando al ravvedimento o a porre fede
in Dio per miracoli. Come abbiamo già detto, spesso questi
sono combinati con i canti narrativi, e a volte costituiscono
solo il culmine o il ritornello dell'inno.
Vedremo nel capitolo 9 l'importanza
della musica nell'evangelizzazione.
CAPITOLO
5:
PROFILO DEL
MUSICISTA E DEL CANTANTE CRISTIANO
Chi vuole efficacemente cantare
e suonare per il Signore deve tenere presente che si tratta di
un SERVIZIO SACRO.
Se era sacro quello dei cantori
del tempo di Davide, lo deve essere anche oggi. Pertanto BISOGNA:
- essere NATI DI NUOVO (Giov.
3:3-8). In molte chiese locali i musicisti sono figli di
credenti, ma non ancora figli di Dio. A volte questo è
dovuto alla mancanza di altri che possano suonare; ma il più
bravo musicista non può in nessun modo avere una caratteristica
peculiare dei redenti: la sensibilità alle cose di Dio.
Tu che non hai ancora fatto questa meravigliosa esperienza con
Gesù, accetta il Signore proprio ora e vedrai che salto
di qualità nel tuo modo di suonare!
Sei nato di nuovo?
- vivere UNA VITA SANTA E ATTIVA
NELLA PROPRIA COMUNITÀ E NEL MONDO.
Non si possono accettare compromessi
col peccato, ma ricercare la pienezza dello Spirito Santo. Non
si riduce tutto al culto, o addirittura ai soli canti, e poi si
torna a casa... Non la musica, ma Dio deve essere al primo posto.
Sei un membro attivo della tua
chiesa?
- usare il talento con UMILTÀ.
Diamo spazio agli emergenti e incoraggiamoli, anche se al principio
fanno qualche stecca; non sentiamoci tanto bravi da essere indispensabili.
Seguiamo le direttive dei responsabili della comunità;
impariamo a non mettere troppo in mostra le nostre capacità,
a scapito di chi non le ha.
Sei disposto ad essere umile?
- cercare di MIGLIORARE. Continua
a studiare; ama il tuo strumento, ed esso ti ricambierà
suonando bene. Non ti fermare a un livello di sufficienza: devi
suonare maestrevolmente a Dio. Impegnati come facevano i cantori
sacri.
Non aspettarti sovvenzioni dalla
tua chiesa, ma, generosamente, spendi i tuoi denari ed il tuo
tempo libero per migliorare la tua tecnica e la qualità
del tuo strumento musicale. Preparati anche insieme agli altri
musicisti della chiesa.
Vuoi migliorarti?
- essere DISCIPLINATI. Molti
si perdono per la incapacità di essere precisi. Ammesso
e non concesso che qualcuno posso far tardi alle riunioni di culto,
tu NON PUOI FARLO, perché senza di te non si può
iniziare a cantare. Sei al servizio dei tuoi fratelli, non dimenticarlo;
quindi, arriva qualche minuto prima, prepara il tuo strumento,
per fare ogni cosa senza fretta e per non condizionare negativamente
l'assemblea. I fratelli si aspettano molto da te, ti osservano.
Vestiti convenientemente, e sii onorato e felice della responsabilità
che Dio ti ha affidato.
Sei pronto a disciplinarti?
Forse tutti questi requisiti ti
porteranno a domandarti: "COME FARÒ?". È una buona
domanda, che mi sono posto anch'io!
Il Signore ti aiuterà, se
questa è la tua preghiera, ad avere le caratteristiche
necessarie per glorificarlo pienamente.
CAPITOLO
6:
IL COMPOSITORE
E L'INNO CRISTIANO
Un compositore è colui che
crea una nuova melodia e/o scrive dei testi. A volte, qualcuno
avrà eseguito nella tua chiesa un cantico da lui composto:
quello è un cantautore, cioè canta le melodie di
cui è autore.
Egli deve essere dottrinalmente
sano, perciò conoscitore della Parola di Dio. Trarrà
spunto dalle Scritture, dalle esperienze della vita (incontri,
testimonianze, prove), e dalla preghiera.
Un inno cristiano ha come fulcro
CRISTO GESÙ. Egli viene esaltato come Signore, Dottore,
Salvatore, Re e Maestro. Sebbene ci siano dei bellissimi inni
rivolti al Padre o allo Spirito Santo, è bene ricordare
le parole di Gesù: "Chi non onora il Figliuolo non onora
il Padre che l'ha mandato... Egli (lo Spirito Santo) mi glorificherà,
perché prenderà del Mio e ve l'annunzierà"
(Giov. 5:23; 16:14).
L'opera della Trinità è
particolarmente volta alla glorificazione della seconda Persona,
il Figlio, Colui che ha il Nome più eccelso dell'universo
(Filip. 2:10). Possiamo pertanto
stabilire un principio che ci aiuterà a discernere un VERO
INNO CRISTIANO. Diffidiamo delle imitazioni: che esperienza hanno
fatto gli autori di brani nei quali il nome di Dio non compare
affatto? Spesso questi pezzi non si distinguono affatto dalle
canzoni d'amore del mondo.
Se hai mai scritto qualche poesia
o qualche cantico, controlla se il centro di esso è il
Signore.
Con ciò non voglio assolutamente
limitare la creatività o l'inventiva del compositore: non
sono affatto d'accordo con chi, apprezzando la melodia ma non
il testo, si produce in "aggiustamenti dottrinali" che spesso
snaturano la metrica del brano, e che sono comunque quantomeno
una offesa all'autore. Credo che questa pratica sia una assoluta
mancanza di rispetto verso chi ha prodotto, al limite, qualche
cosa di imperfetto. Sarebbe più onesto rifiutarlo in blocco
e dire: "Non è biblico", piuttosto che esercitare censure.
La cosa migliore (non sempre è possibile) sarebbe quella
di rintracciare l'autore ed esprimergli le proprie perplessità:
se egli ha veramente uno spirito umile, accetterà una critica
costruttiva, e sarà lui stesso ad apportare al suo lavoro
le necessarie modifiche.
Pertanto un inno deve essere chiaro,
deve distinguersi, perché il nostro desiderio è
quello di parlare di Gesù: "poiché mi proposi di
non sapere altro... fuorché GESÙ CRISTO" (I
Cor. 2:2). Se Egli è il Signore della nostra vita,
il nostro canto sarà per Lui e Lui solamente.
Nel mondo della musica contemporanea,
e particolarmente in quello anglosassone e statunitense, alcuni
musicisti cristiani di successo lavorano per due case discografiche:
una "cristiana" e una mondana.
Partecipano alle riunioni di risveglio
e alle evangelizzazioni, ma anche ai concerti e ai festival della
musica leggera. Qualche tempo fa, una conosciuta cantante "cristiana"
è giunta in cima alle classifiche dei dischi più
venduti negli U.S.A., con una canzone che non ha niente a che
fare con l'Evangelo. Anzi, per chi come me ha avuto la disavventura
di vedere un "video" della canzone stessa, è decisamente
poco edificante. Tutto ciò mi rende perplesso, alla luce
delle parole di Gesù: "Nessuno può servire a due
padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro,
o si atterrà all'uno e sprezzerà l'altro" (Matteo
6:24). Naturalmente, essi portano le loro brave motivazioni per
giustificarsi. Ma io non credo ai compromessi. Questo è
un servizio sacro. Se sei del Signore, canta al Signore, vivi
per Lui ed Egli ti benedirà. Se hai un grande talento,
non essere attirato da "Mammona", la ricchezza, la fama; pregiati
di essere uno strumento nelle mani di Dio: è una cosa straordinaria!
Torniamo alle caratteristiche dell'inno
cristiano.
Per cantico comunitario si intende
un inno orecchiabile, di non troppo difficile esecuzione e cantabile
dalla comunità riunita.
Non tutti i cantici sono di questo
tipo! Ci sono degli inni meravigliosi, ma che necessitano di una
corale esperta o di un virtuoso solista.
Spesso nei Salmi ricorre l'esortazione:
"Cantate all'Eterno un cantico NUOVO" (Sal.
96:1; 98:1). perché c'è bisogno di cantici
nuovi?
Senza dimenticare quelli vecchi,
alcuni dei quali sono talmente belli da non stancare mai, dobbiamo
ricercare sempre nuove espressioni di lode. Ricordi quel cantico
che hai imparato in un raduno? Forse ti rammenta una esperienza
particolare fatta col Signore, una benedizione o una risposta
divina. Ecco, le nuove espressioni di lode aiutano a fissare indelebilmente
momenti meravigliosi della nostra vita cristiana. Inoltre, ci
aiutano a non fossilizzarci. I nostri innari sono ricchi di brani,
ma se nessuno li avesse composti e poi insegnati, che cosa canteremmo?
Pertanto, le nuove composizioni sono segno della vitalità
del popolo di Dio nel tempo, e della varietà delle espressioni
di adorazione a Dio.
Un'ultimo accenno alla figura del
TRADUTTORE.
La stragrande maggioranza degli
inni che cantiamo dai nostri innari sono di provenienza estera.
Grazie a Dio per il lavoro paziente di raccolta e traduzione fatta
da fratelli di cui spesso non conosciamo il nome, ma che hanno
portato grande benedizione alla chiesa.
CAPITOLO
7:
IMPARARE A SUONARE
UNO STRUMENTO
Hai appena assistito all'esecuzione
di un musicista e stai pensando "Che bravo... Beato lui!".
Imparare a suonare in maniera discreta
è alla portata di tutti. Occorrono però delle premesse.
A meno che tu non sia giovanissimo, con molto tempo libero e la
possibilità di pagarti o farti pagare un maestro di musica
devi avere perlomeno due cose: ORECCHIO MUSICALE e RITMO.
E mi perdonino gli esperti per la semplicità dei termini
che sto usando!
L'orecchio è la capacità
di cantare o suonare una melodia, senza l'ausilio di uno spartito,
sull'identica tonalità di un altro esecutore. Se quando
qualcuno si mette a cantare una melodia riesci con successo ad
unirti a lui, questo è "orecchio". Ed è già
qualcosa!
Il ritmo è la capacità
di mantenere le stesse battute di una melodia alla giusta velocità.
Prova a battere le mani a tempo mentre ascolti una musica: se
riesci a farlo, vuol dire che hai "ritmo".
LA SCELTA DELLO STRUMENTO
Sia ben chiaro che la scelta dello
strumento spetta a te e a te soltanto, perché per poter
suonare tu dovrai, per così dire, "innamorarti" del tuo
strumento: perciò, ascolta tutti i consigli che vuoi, ma
assicurati di scegliere quello che realmente senti di poter suonare
e voler suonare.
Una volta scelto lo strumento...
dovrai acquistarlo!
Qui dipende dalle tue risorse; le
cose migliori sono quelle che costano di più, e nel campo
musicale questo è quanto mai vero.
Rivolgiti a negozi specializzati,
informati sulle marche migliori; fatti consigliare da amici musicisti.
Non acquistare strumenti di seconda mano, a meno che tu non abbia
assoluta garanzia dal precedente proprietario oppure non sia un
vero affare (cosa che solo un esperto può giudicare).
Vorrei far notare che gli strumenti
come la chitarra o la tastiera consentono anche di cantare e suonare
senza altri strumenti a sostegno, a differenza di quelli a fiato
e di quelli percussivi ritmici, come la batteria. Inoltre, i precedenti
consentono l'ACCORDO e cioè la possibilità di suonare
più note insieme in modo armonico.
Alcuni strumenti sono quasi privi
di manutenzione, come le moderne tastiere elettroniche; altri
invece, come gli strumenti a corda, necessitano non solo della
periodica sostituzione delle corde invecchiate, ma anche del controllo
dell'accordatura prima di ogni esecuzione.
La batteria attira molto i giovani,
ma, a meno che non sia di tipo elettroacustico, produce un rumore
spesso insopportabile per le orecchie meno entusiaste dei vicini
o dei tuoi familiari. Cerca quindi di avere un luogo adatto per
suonarla.
Se hai scelto uno strumento orchestrale,
trovati qualcuno che possa suonare insieme a te. In molte delle
nostre comunità c'è un gruppo musicale; ma se così
non fosse, non scoraggiarti! Il frutto delle tue fatiche ti darà
ancora più soddisfazione.
SI COMINCIA!
Ora che hai lo strumento... devi
suonarlo!
Necessariamente, qualcuno dovrà
insegnartene l'uso corretto; quanti chitarristi in erba si sono
arenati di fronte all'incomprensibilità di un manualetto
dal titolo: "Esperti in 24 ore"!
Assicurati di avere l'assistenza
di quel qualcuno, fino a quando non sarai in grado di proseguire
da solo nel tuo cammino musicale.
Se invece conosci già la
teoria musicale o sai già suonare qualche altro strumento,
mettiti tu a disposizione di coloro che vogliono imparare: sarà
per te una vera benedizione vedere suonare un giorno i tuoi "allievi"!
Ultima raccomandazione: non saltare
mai le riunioni di culto per provare. Trova il tempo per suonare
SENZA sottrarlo alle attività comunitarie: potresti fare
un naufragio spirituale.
CAPITOLO
8:
LA MUSICA NELLE
RIUNIONI DI CULTO
Nella riunione di culto c'è
solitamente un tempo dedicato al canto comunitario. Si cantano
inni adatti all'introduzione del culto, alla preghiera, alla testimonianza;
come già detto, saranno melodie orecchiabili, spesso con
un ritornello ridondante che rappresenta il centro del testo.
Spenderò quindi del tempo
per alcuni consigli rivolti a chi suona già in chiesa,
e a chi dirige il canto comunitario.
IL DIRETTORE DEL CANTO
Spesso è il pastore della
comunità locale, o una persona di sua fiducia.
Il compito in questione è
comunque assai più delicato di quanto, a prima vista, possa
sembrare. Chi dirige deve, allo stesso tempo:
a) saper cantare con voce chiara
e distinta;
b) dirigere a tempo, anche usando
la gestualità delle mani;
c) conoscere bene i cantici che
canta;
d) avere discernimento.
Quest'ultima caratteristica non
si riferisce a uno dei carismi dello Spirito Santo (I
Cor. 12), ma piuttosto alla Sua GUIDA. Colui che dirige
deve capire e seguire i dolci suggerimenti dello Spirito Santo,
nel tempo del canto e nei momenti che lo seguono e precedono.
Egli deve suggerire alla comunità
i cori da cantare, e vagliare le richieste dei credenti; un cantico
chiamato con saggezza può aprir la via dei cuori alla benedizione,
come uno chiesto con leggerezza può aver l'effetto contrario.
Ciò spiega perché lo stesso inno in alcune circostanze
è bellissimo, e in altre quasi stona.
Ci sono dei cantici molto lunghi
che, se chiamati durante il tempo riservato al racconto di testimonianze
cristiane, potrebbero addirittura affievolire lo spirito di lode!
Un suggerimento su questo: si possono far cantare una strofa e
il ritornello, prima di un'altra testimonianza, e così
via fino alla fine del cantico, che sarà pertanto intervallato
da tante testimonianze quante sono le strofe.
Il direttore del canto deve, quando
lo ritenga opportuno, introdurre e commentare appropriatamente
e succintamente l'inno che si sta per cantare, mentre i musicisti
si dispongono all'esecuzione e tutti hanno il tempo di trovare
la pagina giusta nell'innario.
Egli può far ripetere le
strofe o i cori, e sempre seguendo la guida del Signore, invitare
la comunità a cambiare posizione, alzandosi in piedi o
inginocchiandosi e cantare con atteggiamento di preghiera.
Qualcuno potrebbe obiettare che
tutte queste osservazioni sono superflue, che si vuole schematizzare
eccessivamente. La Parola di Dio dice: "Chi presiede lo faccia
con diligenza" (Rom. 12:8), e questa
capacità di presiedere, nel contesto, sembra proprio un
dono che viene dall'Alto: "Siccome abbiamo dei DONI differenti
secondo la grazia che ci è stata data..." (Rom.
12:6).
Non solo, ma oltre ad essere DILIGENTI
bisogna essere COMPETENTI: "Kenania, il capo dei Leviti, era preposto
al canto: dirigeva la musica, perché era COMPETENTE in
questo" (I Cron. 15:22). Insomma,
non era uno qualunque!
Pertanto, bisognerebbe avere queste
qualità per dirigere il canto: talento, diligenza e
competenza.
CHI SUONA IN CHIESA
Ho già parlato del profilo
del musicista cristiano (cap. 5).
Vorrei aggiungere che, nelle riunioni
di culto, c'è bisogno di una sensibilità particolare.
Non si può e non si deve suonare in modo meccanico e freddo,
ma con "maestria" (Sal. 33:3), e
questo include l'affiatamento spirituale di tutti i membri del
gruppo musicale.
Specialmente durante il tempo della
preghiera, può avvenire che qualcuno innalzi spontaneamente
un coro: bisogna essere in grado di catturare la tonalità
e cominciare a suonare la stessa melodia ad un volume sommesso.
Questa operazione richiede un certo orecchio musicale, in quanto
la tonalità usata dal credente potrebbe essere notevolmente
diversa dallo spartito; quindi, non commettere l'errore di volere
a tutti i costi cercare di trovare la nota giusta: i tuoi "tentativi"
avrebbero l'effetto di disturbare la preghiera.
Un altro atteggiamento sbagliato
e quello di chi "suonicchia" mentre il pastore sta parlando, o
durante le testimonianze: che ne diresti se mentre stai suonando
con impegno qualcuno si mettesse a chiacchierare col suo vicino?
I musicisti DEVONO essere partecipi ed attenti (come tutti) durante
l'intero svolgimento della riunione. Solo in questo modo si contribuisce
alla buona riuscita del culto.
"Facciasi ogni cosa per l'edificazione...
Dio non è un Dio di confusione, ma di pace...ogni cosa
sia fatta con decoro e con ordine". (I Cor.
14:26,33,40)
CAPITOLO
9:
LA MUSICA NELL'EVANGELIZZAZIONE
Scendiamo ora nel controverso campo
del supporto musicale all'evangelizzazione. Per evangelizzazione
si intende lo sforzo della Chiesa per annunciare Cristo e la Sua
salvezza a quanti non ne hanno ancora gustato la potenza liberatrice.
Dall'esame onesto del testo biblico,
appare che il canto può essere usato per diffondere la
Parola di Dio. Infatti, non soltanto cantiamo ALL'Eterno (Sal.
96:1, la lode e la preghiera), ma anche DELL'Eterno: "Cantate
la gloria del Suo Nome" (Sal. 66:2,
la testimonianza).
L'uomo redento dalla pietà
divina "va CANTANDO FRA LA GENTE e dice: Avevo peccato, pervertito
la giustizia e non sono stato punito come meritavo. Iddio ha riscattato
l'anima mia, onde non scendessi nella fossa, e la mia vita si
schiude alla luce!" (Giobbe 33:27,28).
Quindi, la predicazione delle
verità bibliche può essere fatta anche mediante
il canto, purché il supporto musicale sia sempre adatto
e mai prevaricante.
Sono contrario alle esibizioni musicali
fini a se stesse: le persone non credenti che ascoltino per la
prima volta della musica cristiana devono essere colpite dal messaggio
dell'Evangelo in essa contenuto.
Esse devono poter dire: "Che parole!"
e non solamente: "Ottimi musicisti, bravi!".
Grazie a Dio, molti cristiani possono
testimoniare di essere stati profondamente toccati dalle verità
espresse in un inno, ed avere proprio allora aperto il cuore alla
salvezza.
poiché l'Evangelo è
semplice ed alla portata di tutti, anche la musica evangelistica
dovrà essere tale, rifuggendo da ogni forma di vanità,
pur avvalendosi di tutte le agevolazioni che la tecnologia può
offrire (amplificazioni, ecc.).
Per VANITÀ intendo: seguire
le mode correnti del mondo, le sofisticatezze, gli effetti speciali
come le luci stroboscopiche, i volumi spaccatimpani, l'abbigliamento
eccentrico, i movimenti del corpo troppo accentuati, o esagerati
virtuosismi musicali.
In una parola, SOBRIETÀ o
equilibrio cristiano. Tutto il resto è pura vanità,
sovrastrutture che "nascondono la lampada sotto il moggio" (Matt.
5:15).
Un vero musicista cristiano desidera
onorare e glorificare Cristo Gesù, nei culti all'aperto,
sotto le tende evangelistiche e nella sua comunità.
Personalmente, sono contrario ai
concerti o raduni musicali fini a se stessi. Sono invece favorevole
all'esecuzione di inni cristiani inframmezzati da testimonianze
e riferimenti biblici, culminanti con un breve sermone e un eventuale
appello alla salvezza o alla consacrazione a Dio.
Ricordiamoci sempre: la musica
è un SUPPORTO. Si può fare a meno della musica,
ma non della predicazione dell'Evangelo nella sua interezza.
Non è quindi indispensabile il musicista, bensì
il predicatore del Vangelo.
Arrivo perciò alla logica
conclusione che se come MUSICISTA non ti senti anche PREDICATORE,
NON HAI IL DIRITTO di suonare e cantare nelle evangelizzazioni
pubbliche, perché come un predicatore, devi
sentire il peso per le anime perdute e il fuoco ardente dello
Spirito Santo che brucia nel tuo cuore. Non puoi e non devi essere
un altro "manipolatore". Esistono già troppe persone
che con mestiere sanno agire, mediante l'immagine, la parola e
la musica, sulle emozioni delle persone, conducendole a fare cose
che altrimenti non farebbero. Il vero evangelista parla non alle
emozioni, ma al cuore, perché il suo messaggio sgorga dal
cuore.
Quando si tengono evangelizzazioni
sotto le tende, la musica ha la sua importanza e quindi è
necessaria una preparazione ed una strumentazione adeguata. Non
dobbiamo correre il rischio di figuracce... o di non avere le
corde di riserva (se sei chitarrista e non ti è mai saltata
una corda, sappi che ti potrebbe capitare proprio mentre evangelizzi!).
Il musicista cristiano sarà quindi preparato, vestito dignitosamente
e degnamente attrezzato.
Il culto all'aperto, rispetto alla
tenda (che è un po' una chiesa con della tela al
posto dei muri), è un'immersione nel mondo.
Si rischia cioè l'imponderabile
reazione di quanti ci circondano e ascoltano, che può essere
anche di aperto rifiuto o scherno. Ma che gioia poter cantare
al Signore e del Signore sotto il Suo cielo!
Non ci scoraggiamo quindi se incontriamo
delle resistenze, ma rallegriamoci ricordando la promessa di Gesù:
"Chi adunque mi avrà riconosciuto davanti agli uomini,
anch'Io lo riconoscerò davanti agli angeli di Dio" (Luca
12:8).
Vorrei ancora suggerire un metodo
di evangelizzazione con la musica, che è poi il meno complicato:
andare in un parco, con una chitarra, a cantare dei cantici con
dei fratelli della comunità, per distribuire letteratura
cristiana e meditare un passo della Scrittura. A differenza del
culto all'aperto, non si va necessariamente per evangelizzare,
ma per edificarsi insieme e cementare i legami fraterni. A volte
sono i metodi semplici che danno i migliori risultati. L'uomo
è una creatura curiosa, e quando sente lodare Iddio reagisce
un po' come Mosè quando vide lo strano fenomeno del
pruno ardente che non si consumava: pensa "Ora voglio andar da
quella parte a vedere" (Esodo 3:3)
questa circostanza fuori dal comune: chi mai glorifica Iddio e
per giunta in un giardino pubblico? Ciò darà l'occasione
di testimoniare.
CAPITOLO
10:
LA MUSICA E
I BAMBINI
I bambini amano cantare; cantano
fin dalla più tenera età.
Credo che in questo mondo malato
il canto dei piccoli fanciulli sia una delle cose più pure
e piacevoli; quanto più quando queste melodie infantili
diventano delle lodi al Signore!
Ho fatto personalmente l'esperienza
di comporre e insegnare cantici per i bambini, non solo nella
tradizionale "Scuola Domenicale", ma anche a bambini di famiglie
non evangeliche e totalmente sprovvisti di insegnamenti biblici.
Ebbene, ho potuto scoprire tre cose:
- i bambini imparano con facilità,
Basta ripetere la melodia poche volte, ed ecco che sono già
in grado di ripeterla da soli.
- i bambini non si stancano... specialmente
quando cantano!
- i bambini capiscono la differenza
che c'è fra il cantare al Signore e cantare le sigle dei
cartoni animati. Essi sono in grado di percepire la benedizione
che la lode produce. Cantando, scoprono che Gesù è
un Amico reale.
Un giorno mio figlio (aveva cinque
anni) venne da me tutto emozionato e mi disse: - Sai babbo, stavo
cantando "Signore fammi un tempio santo", e mi sono sentito tanto
felice nel cuore.
Non dobbiamo assolutamente trascurare
l'importanza della musica nella formazione e nella crescita dei
nostri figli. Fin dal seno materno essi reagiscono alla musica;
alcuni studi hanno dimostrato che i neonati, le cui madri ascoltavano
musica classica, erano anche i più tranquilli.
La facilità di apprendimento
e la naturale adattabilità consentono ai bambini di imparare
a suonare e a cantare anche in maniera straordinaria.
Mozart a cinque anni teneva concerti;
ad appena sette anni si esibì davanti all'imperatrice d'Austria.
Chopin fece le prime pubblicazioni a sette anni, e un anno dopo
fece un concerto pubblico. Handel, autore del "Messia" che si
conclude con il celeberrimo "Alleluia", a dieci anni aveva cominciato
a comporre.
Sarebbe molto bello se ogni coppia
di genitori potesse mandare i propri figli a scuola di musica
per imparare uno strumento fin da piccoli: purtroppo, non sempre
questo è possibile. È però possibile costruire
una buona cultura musicale, non facendo ascoltare ai nostri figli
solo le canzonette della TV o peggio ancora i video-clip che dilagano
su tutte le reti.
Una cosa possiamo farla tutti: insegnare
ai bambini i cantici dei nostri innari. Come? È facile:
basta cantarli mentre si guida l'automobile o mentre si lavano
i piatti, e i nostri figli si metteranno a cantare con noi spontaneamente.
Diamo loro un buon esempio cristiano anche nella musica e nel
canto.
CAPITOLO
11:
QUALE MUSICA
ASCOLTARE?
perché mai un cristiano, rigenerato
per l'opera dello Spirito Santo, dovrebbe ascoltare o produrre
musica che non ha come scopo primario la lode a Gesù?
La risposta è semplice: non
c'è ALCUN MOTIVO VALIDO per farlo.
Per "valido", intendo che produca
un beneficio spirituale. Dobbiamo qui ricordare l'affermazione
che l'Apostolo Paolo, per lo Spirito Santo, rivolse ai Corinzi,
e che è attualissima ancora ai nostri giorni: "Ogni cosa
m'è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa
m'è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa
alcuna... non ogni cosa edifica" (I Cor.
6:12; 10:23).
Se prima di fare qualcosa ci domandassimo:
"Che utilità c'è?" piuttosto del classico e pericoloso
"Che male c'è?", probabilmente la nostra vita cristiana
guadagnerebbe infinitamente in qualità e valore.
Quante preziose benedizioni ho ricevuto
guidando la mia automobile e cantando le lodi al Signore! Infatti
posseggo un'autoradio a cassette che mi consente di ascoltare
musica cristiana di mio gusto sia in lingua italiana che inglese
(della quale sono discretamente familiare).
Giovane che stai leggendo queste
righe, se sei veramente un credente devi rinunciare a te stesso
e anche alla musica che glorifica l'uomo. Non rimarrai vuoto,
non dirai "e adesso, che musica ascolterò?".
Sostituisci il VECCHIO con il
NUOVO!
Sarebbe facile e superficiale dirti:
"Non ascoltare la musica rock perché è peccaminosa!".
Sostituiscila con musica cristiana, veramente tale e con dei testi
che lodano Dio.
Una realtà che spesso sfugge
agli anziani e purtroppo anche ai responsabili di comunità
(chiedo scusa per l'ardire di queste frasi) è la radicale
mutazione del gusto popolare in fatto di musica, avvenuta negli
ultimi trenta-quarant'anni. Non si tiene conto dello sviluppo
tecnologico come dello sviluppo musicale; alcune "novità"
tecnologiche, come il computer, sono state accettate anche dalle
persone più resistenti alle innovazioni, mentre le "novità"
musicali vengono viste ancora di mal'occhio. È vero che
non tutte le innovazioni sono buone, ma non sono neppure
tutte cattive. Chi ha una certa età tende a considerare
la musica moderna solo rumore e confusione, non considerando che
ci sono ancora nei nostri innari delle marcette di sapore militare
che sono state coniate nei primi decenni del secolo, secondo il
"gusto" musicale dell'epoca... e con questo, respingendo nuovamente
la tendenza a seguire le mode del momento, affermo che siamo tutti,
volenti o nolenti, un po' influenzati da quella che
è la musica degli anni e della società in cui viviamo.
Spero di star esponendo dei principi
poggiati sulle Scritture: ciò che sto scrivendo, se il
Signore non torna prima, vorrei rileggerlo fra trent'anni... e
trovare delle affermazioni ancora valide!
Mai come nel campo della musica
vengono disattesi i seguenti comandamenti: "Padri, non provocate
ad ira i vostri figliuoli... Voi, più giovani, siate soggetti
agli anziani. E tutti rivestitevi di umiltà gli uni verso
gli altri, perché Dio resiste ai superbi e dà grazia
agli umili" (Ef. 6:4; I Pie. 5:5).
RISPETTIAMOCI!
Il gusto musicale è come
il gusto nel vestire, o il palato. So che molti considerano una
leccornia le lumache: a me invece fanno un po’ senso. Io rispetto,
anche se non capisco, la loro opinione.
Giovane che ascolti la corale polifonica
e che ami il ritmo della batteria, considera il testo dell'inno
che stai ascoltando, sforzati di comprendere l'anziano e loda
il Signore. E tu che sei avanti negli anni e nell'esperienza,
se ti trovi ad ascoltare un giovane un po’ svociato che strimpella
la sua chitarra, guarda alle parole sincere che esprime per lodare
Iddio, e unisciti a lui con gioia.
Potrei adesso disquisire per ore
intorno al rock satanico: ci sono, anche nelle nostre chiese,
nastri e studi sull'argomento. Io voglio semplicemente dire: liberati
dalle cose vecchie. Ho spezzato e gettato nella spazzatura
dischi di gruppi immorali e blasfemi che ascoltavo prima della
mia conversione. Se non fai così e continui ad ascoltarli,
potresti essere nuovamente coinvolto dal loro messaggio e dal
loro pessimo stile di vita.
Non dire: "Tanto io l'inglese
non lo capisco, quindi non ho problemi ad ascoltare": a parte
il discorso dei messaggi subliminali (quelli registrati al rovescio
e mischiati nella musica, che spesso contengono bestemmie al Signore
e lodi all'avversario), saresti paragonabile ad un irresponsabile
che mangia una minestra saporita ma piena di veleno, o come chi
prende la medicina sbagliata solo perché gli piace il colore
della pillola! Gesù vuol rinnovare la tua mente (Rom.
12:2).
Sbarazzati delle cose vecchie:
Dio ha per te qualcosa di migliore.
CONCLUSIONE
Con quale facilità permettiamo
al mondo di entrare in casa nostra, nella nostra vita e di conseguenza
nella nostra chiesa.
Gesù ha parlato di una Chiesa
nel mondo, non di un mondo nella Sua Chiesa. Se è vero
e inevitabile che qualche zizzania cresca nel campo di Dio, possiamo
però chiedere al Signore di non esserne noi dei seminatori!
La musica mondana è zizzania:
simile al grano, produce però tanta amarezza. Onoriamo
Dio sopra ogni cosa, e che Egli ci dia sapienza!
Se hai un talento musicale, non
nasconderlo nel fazzoletto, ma usalo nella tua comunità.
E poi un giorno ci troveremo tutti a cantare e suonare insieme
agli angeli del cielo, per festeggiare il nostro divino Signore
e Salvatore Cristo Gesù.
A Lui solo vada il nostro canto
e la nostra lode!
"E la voce che udii era come
il suono prodotto da arpisti
che suonano le
loro arpe
e cantavano un
cantico nuovo davanti al trono"
(Apoc. 14:2,3)
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