Uniti in Cristo?
Risposta alla lettera di Antonio, in cui chiede «Se non Cristo cosa ci puo' unire? E con Cristo cosa ci puo' dividere?»
UNITI IN CRISTO?
LA LETTERA
Caro Paolo,
ho letto alcune tue interessanti mail.
Vorrei pero' sapere per quale motivo vorresti "contare" solo gli "evangelici" tra chi e' impegnato nella musica di lode e servizio all'unico Cristo.
Se non Cristo cosa ci puo' unire? E con Cristo cosa ci puo' dividere? Vorrei scambiare alcune opinioni e/o esperienze con te.
Raccontami cosa ne pensi. Vicino nel Signore
Antonio (6/5/1999)
LA RISPOSTA
Caro Antonio,
sapevo che quella mia affermazione avrebbe sollevato qualche perplessità , e non me ne stupisco. So che chiarendo il mio pensiero non sarò per niente popolare, e probabilmente molti si assoceranno al coro che tenta di mantenere diplomaticamente buoni rapporti tra le chiese. D'altronde non ho paura di esprimere quello che penso, e ho la speranza di non essere solo.
Dunque: in merito ai progetti che ho proposto in questi giorni, “contavo†sugli evangelici in quanto, nel bene o nel male (nell'eccesso di frammentazione dell’ambiente) almeno so quale dovrebbe essere la loro base dottrinale, e quindi so su cosa basano la loro fede; non altrettanto posso dire per altre confessioni, dove si passa da posizioni quasi pentecostali ad altre quasi lefebvriane.
Mi chiedete «Se non Cristo, cosa ci può unire?»; beh, l'ecumenismo è un buon esempio di cosa significhi volersi unire a prescindere da Cristo: «mettiamo da parte le differenze ed evidenziamo ciò che ci unisce, in fondo siamo fratelli...». A mio avviso non è questa l’unità che il Signore vuole da noi; personalmente concordo pienamente con quanto scritto da Keith Green nel saggio “Unità : a che prezzo?â€, che trovate tradotto nel sito del GBU Trieste (www.univ.trieste.it/gbuts).
«E con Cristo, cosa ci può dividere?» Oh, un sacco di cose (meglio restare sul generico). Cristo può unire se noi diamo spazio solo a lui. Ma se la nostra dottrina, oltre che dell'Evangelo, si impregna di tradizioni e filosofie fino a perdere il senso della Buona Novella, della salvezza per grazia, dell’unicità del sacrificio di Cristo e del suo ruolo di unico mediatore tra noi e il Padre... beh, sinceramente non lo considero più cristianesimo. Francamente: sorrido quando qualcuno pone l'analogia tra “culto†e “messaâ€, considerando solamente la diversità formale e trascurando tutta differenza di sostanza che sta dietro.
Mi fermo qui; volutamente ho parlato solo del presente e non del passato, con i suoi processi, le sue scomuniche, la sua chiusura: sono d'accordo sul fatto che sia giusto guardare avanti, e non indietro. Nel guardare avanti, però, è necessario tenere gli occhi aperti. Per non inciampare.
Paolo (10/5/1999)
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