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Musica & fede

"Internet è anche un luogo di fede e di musica cristiana"

Domenica 7 settembre 2008 - notizie

Il quotidiano online parmadaily.it intervista Paolo Jugovac, responsabile editoriale di musicacristiana.it

Ogni giorno che passa il web si arricchisce di siti cristiani.
Ma internet non era un luogo di libertà sfrenata e perversione, da più parti criminalizzato?
Il web è diventato sinonimo di libertà: tutto, per tutti, gratuitamente.
Naturalmente in quel "tutto" c'è anche quel che non vorremmo vedere, ma non possiamo non ammettere che la Rete è anche un potente strumento di informazione, approfondimento e quindi di conoscenza. Vedere Internet come un luogo di vizio e di viziosi è piuttosto limitativo: in realtà è uno spazio per chi cerca, e i bisogni degli esseri umani non sono solo fisici.


Crescono anche i siti di musica cristiana. Cos'è la musica cristiana e perché tanta attenzione nel web?
La musica cristiana non è tanto un genere, quanto un movimento. Si distingue per i contenuti più che per lo stile: parla di valori, di fede, di amore; dice che per ogni essere umano c'è una speranza in Gesù Cristo, che nessuna disperazione è troppo profonda da non trovare una soluzione in Dio.
In merito alla diffusione della musica cristiana su Internet, probabilmente gli artisti hanno capito solo negli ultimi anni le potenzialità concrete del mezzo elettronico, e hanno cominciato a servirsi della rete come di una "vetrina" per far conoscere le loro
produzioni. 
Proprio per questo musicacristiana.it negli ultimi anni ha cambiato il suo ruolo: nel 2002, quando siamo partiti, dovevamo fungere da... sito condominiale, offrendo uno spazio agli artisti cristiani che non avevano altri sbocchi in rete; ora che quasi tutti hanno un loro sito tendiamo invece a riprendere il nostro ruolo di informazione e direzionamento: un catalogo che offre una panoramica sulla musica cristiana aggiornando e indirizzando i visitatori nella maniera più efficace possibile, per poi rimandarli ai siti dei singoli artisti.
 
Secondo te perché e cosa cerca una persona quando si avvicina alla musica cristiana?
Forse bisognerebbe prima chiedersi cosa cerca un artista quando decide di esprimersi con la musica cristiana. Ci sono artisti con la vocazione del "salmista", e quindi si esprimono con un repertorio di lode, mentre altri si confrontano con l'attualità, altri ancora raccontano la loro esperienza di vita.
Credo che gli ascoltatori si orientino, a seconda del caso, in una o nell'altra direzione e prediligano gli artisti proprio in base a questa sensibilità più o meno marcata in una o nell'altra direzione.


Esistono gruppi metal cristiani, quali gli "As I Lay Dying"... Come è possibile conciliare la profondità della fede con la rabbia e la violenza metal?
Ci sono valide band che hanno scelto di usare uno stile "duro", che magari già praticavano prima di conoscere la fede, per raccontare la loro vita e il cambiamento che Dio ha operato in loro. A loro difesa bisogna dire che l'apostolo Paolo insegnava ad adattare il proprio linguaggio a chi ascolta, e questo vale ancora oggi.
Certamente non è facile e richiede capacità ed equilibrio sul piano musicale e su quello spirituale, per evitare che la musica cristiana diventi solo un esperimento eccentrico e perda di vista il messaggio che vuole comunicare.


Tu sei anche direttore di evangelici.net, "l'alternativa" cristiana in rete? "Alternativa" a cosa?
Da un lato vorremmo essere un'alternativa ad una società sazia e disperata che sta perdendo la speranza. Dall'altro puntiamo a essere alternativi rispetto a chi identifica la spiritualità con la religiosità, finendo per togliere alla fede la sua sostanza.


Al di fuori musica cristiana, quale musica e quali band ascolti?
Paradossalmente, lavorando anche in una radio, il tempo che posso dedicare al piacere dell'ascolto è limitato. Una volta avevo gusti più definiti, oggi spazio ovunque ci sia buona musica, e molto dipende dal momento: posso apprezzare un buon gregoriano e il rock'n'roll prima maniera, il blues e gli anni Settanta, i compositori barocchi e Battisti.
Credo però che, al di là del genere, spesso si tenda a trascurare le liriche dei brani: è un peccato, perché gli autori hanno molto da dire. E non solo con la musica.  
                                                                                    
Andrea Marsiletti

 

 

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