Enrico Maltese è organista presso la Chiesa battista di Siracusa; i suoi genitori si convertirono quando lui aveva 5 anni e cominciarono a frequentare la chiesa pentecostale, e suo padre, desideroso di suonare in chiesa, acquistò un organo e cominciò a studiare, ma ben presto dovette desistere: lo strumento restò comunque in casa e, a forza di vederlo e rivederlo, nacque in Enrico lo stimolo a cimentarsi sulla tastiera.
Cominciò a studiare musica presso la scuola comunale della città ; «la motivazione forte - ricorda - era quella di poter suonare in chiesa, e ancora ricordo, la forte emozione che mi prese quando a 14 anni per la prima volta suonai al culto». Insieme ad altri ragazzi della comunità iniziò anche le sue prime esperienze musicali in gruppo, «che difficilmente - confessa Enrico - duravano a davano frutti, ma comunque servivano a formarci».
A vent'anni, in seguito a un lungo e intenso ripensamento teologico, cominciò a frequentare la Chiesa battista, una comunità che in quel momento (l'inizio degli anni Ottanta) risultava in crisi di identità ; Enrico non si scoraggiò, sentendo che lì il Signore lo aveva posto. «Da allora sono passati 20 anni - racconta Enrico -, e sono stati anni bellissimi per tutte le esperienze che ho avuto modo di vivere: se dovessi descrivere con un'immagine questa esperienza citerei quel noto verso, "e il deserto fiorirà ". Perché - continua Enrico - io ho visto fiorire un deserto, fatto da 4 persone che la domenica andavano al culto e nulla più».
Impegnato per molto tempo, negli ultimi anni, nella predicazione e negli studi biblici, nel '96, è finalmente potuto tornare al suo primo amore. La moglie dell'attuale pastore, S. Rapisarda, è una cantante del teatro Bellini di Catania, e grazie alla sua esperienza è stato formato in chiesa un coro polifonico, che periodicamente visita anche le altre comunità della zona.
L'idea di produrre una cassetta è nata dal constatare, attraverso il lavoro col coro, di come se imparati ed eseguiti bene, molti degli inni storici possano essere considerati belli anche con i parametri di oggi. «Ovviamente - spiega Enrico - la forma musicale con cui sono proposti gli inni, non è la nostra, quella del giro armonico, o del giro di blues, e così ho pensato che la forza della melodia e degli arrangiamenti più attuali potessero far conoscere e apprezzare ad altri questi inni. Le parti inedite, poi, sono l'espressione della creatività che ognuno di noi può avere: se leggi un testo biblico e non l'attualizzi, resterà una lettura religiosa, se l'attualizzi può essere metabolizzato e questo produrrà dei cambiamenti nella vita reale».
Con la seconda produzione, del 2003, l'artista ha voluto allargare la prospettiva: dopo i brani solo musicali di Synergie sympatie propone altri dieci inni, questa volta in parte cantati.
PJ